Quali sono i passi da compiere quando un pensionato decide di trasferirsi all’estero?
Il pensionato che si trasferisce all’estero continua a percepire la pensione erogata in Italia. Per evitare di pagare sulla stessa la doppia imposizione (Italiana e del paese di residenza) è necessario compiere determinati passaggi, vediamo come fare rispondendo ad una lettrice di Money.it che ci scrive:
“Buongiorno,
Chiedo informazioni relative al trasferimento in via definitiva di mia Zia (84 anni/pensionata Alitalia)in Norvegia (che sarà’ da Luglio p.v.).
Essendo pensionata si e’ recata all’Ufficio INPS per chiedere il trasferimento della pensione (lordo) in Norvegia.
Le hanno dato delle istruzioni a riguardo (elenco allegato) alle quali però vorrei una Vostra chiarificazione in quanto non mi sono chiari i passaggi che mia Zia dovrà’ fare:
1. Si deve prima trasferire e poi fare domanda trasferimento pensione ?
2. Nel caso sia così, come fa a presentare i documenti al Patronato se è all’estero?
3. Le autorità’ Norvegesi per accettazione trasferimento in lordo della pensione hanno bisogno dell autorizzazione INPS (modulo EP 1 autorizzato) e non mi e’ chiaro come questo può’ avvenire dall’estero.
Chiedo inoltre se sapete se esiste una Convenzione Italia/Norvegia.
Certa di un Vostro gentile e pronto riscontro, invio i miei migliori saluti.”.
Pensione all’estero: i passi da compiere
Iniziamo dalla convezione: esiste una convenzione bilaterale tra Italia e Norvegia firmata a Roma il 17 giugno 1985 che permette di evitare le doppie imposizioni sui redditi. Fermo restando che anche trasferendosi all’estero sua zia ha diritto a continuare a ricevere la sua pensione netta, quindi con la tassazione applicata dall’Italia (su cui, poi, dovrebbe pagare anche la tassazione imposta dalla Norvegia).
Per poter procedere al trasferimento della pensione all’estero è necessario seguire un iter burocratico abbastanza laborioso: è necessario prima che il trasferimento della residenza sia ufficializzato e poi bisogna fornire all’INPS la documentazione necessaria rilasciata dal Paese in cui si trasferisce la residenza fiscale.
Tutto l’iter può richiedere fino a 6 mesi di attesa prima che venga accreditata al pensionato la pensione lorda spettante senza la tassazione applicata dall’Italia.
Per rispondere alla sua seconda domanda potrebbe recarsi ad un patronato prima del trasferimento, firmare le deleghe ad operare e poi trasmettere tutta la documentazione via email per fare in modo che, dall’Italia, il patronato possa provvedere al disbrigo della pratica.
Per quanto riguarda la sua ultima domanda dal 2019 è entrato in vigore il sistema europeo EESSI, Scambio elettronico di informazioni in materia di sicurezza sociale che prevede che gli scambi di dati tra gli enti previdenziali dei Paesi dell’Unione europea avvengano per via telematica, attraverso i SED. Il modulo EP1, quindi, compilato e timbrato dallo stato estero, deve pervenire alla sede INPS di appartenenza (tramite patronato o rappresentante legale) che, una volta autorizzato provvederò alla comunicazione allo stato estero.
Il mio consiglio, essendo un iter abbastanza farraginoso, è quello di accordarvi con un patronato (o con una società che si occupati di queste pratiche) prima del trasferimento per fare in modo di avere ben chiari tutti i passi da compiere mentre la zia è ancora in Italia.
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