Donald Trump contro la Federal Reserve. Il presidente è scontento di Powell e vuole inserire in consiglio due fedelissimi
Donald Trump è scontento della Fed di Jerome Powell e per questo ha deciso di rivedere il Board di politica monetaria inserendovi due fedelissimi, Herman Cain e Stephen Moore.
Più e più volte il presidente si è scagliato contro l’operato della banca centrale statunitense che, nel corso del 2018 ha alzato i tassi di interesse ben quattro volte.
Soltanto con l’arrivo del nuovo anno, quando le voci di rallentamento si sono fatte più insistenti, la Fed ha premuto sul freno e ha rivisto la guidance segnalando un atteggiamento più cauto.
Trump contro Fed: Cain e Moore nel Board?
“Ho raccomandato Herman Cain. È un uomo eccezionale. Penso che farebbe molto bene.”
Con queste parole Trump ha aperto le porte della Federal Reserve al repubblicano, ex amministratore delegato della catena di ristoranti Godfather’s Pizza oltre che ex vicepresidente e presidente della Federal Reserve Bank del Kansas (dal 1992 al 1996). Nel 2011 Cain si è dovuto ritirare dalle primarie del Partito Repubblicano a causa di accuse di molestie sessuali.
Alla Fed, secondo le indiscrezioni giunte dagli USA, potrebbe arrivare anche Stephen Moore, ex giornalista del Wall Street Journal che ha ricoperto il ruolo di advisor sia per Cain che per Trump rispettivamente nel 2012 e nel 2016.
L’obiettivo delle nomine di Trump alla Fed? Quello di creare un nuovo team di persone più in sintonia con i mercati rispetto all’attuale presidente Jerome Powell.
I precedenti attacchi alla Federal Reserve
Già a luglio del 2018 il presidente ha lanciato una vera e propria offensiva contro la politica monetaria del FOMC. In una successiva intervista concessa a Reuters, Trump ha palesato tutto il suo malcontento verso la decisione di rialzare ancora il costo del denaro.
“Non sono entusiasta del suo innalzamento dei tassi di interesse, no. Non sono entusiasta”,
aveva affermato in quell’occasione.
A dicembre, poi, Trump è tornato ad occuparsi di politica monetaria definendo “incredibile” l’idea di una Fed ancora pronta a rialzare i tassi di interesse. A marzo del 2019 la nuova stoccata:
“Nella Fed abbiamo un gentiluomo che ama la stretta quantitativa e che adora un dollaro molto forte”,
ha ribadito, scagliandosi contro Jerome Powell e sottolineando altresì i rischi derivanti dall’eccessivo apprezzamento della valuta (un freno agli affari con le altre nazioni).
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