Dall’accordo di Doha del 2020 all’attentato a Kabul dell’ISIS-K, le decisioni di Donald Trump e Joe Biden che hanno portato al disastro USA in Afghanistan.
I terribili eventi che stanno avendo luogo in Afghanistan negli ultimi giorni, culminati nell’attentato terroristico a Kabul da parte dell’ISIS-K, stanno infiammando il dibattito politico internazionale e americano.
Joe Biden sta pagando in termini di crollo del gradimento il ritiro delle truppe dal Paese mediorientale e la conseguente presa di potere da parte dei talebani. La maggior parte dell’opinione pubblica e dei media a livello globale ha infatti puntato il dito sugli errori del Presidente statunitense nelle fasi finali della guerra.
Anche l’ex presidente Donald Trump ha approfittato della situazione di debolezza del suo sfidante alle ultime elezioni, accusandolo di essere “il capo della resa” e definendo la gestione della crisi come la “mossa più stupida nella storia americana”. The Donald sembra quindi aver avviato la sua campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2024, lanciando lo slogan “Save America” in un video in cui deride deliberatamente il Governo democratico.
Tuttavia, le colpe del disastro USA in Afghanistan possono essere ripartite in una misura pressoché uguale tra Trump e Biden, a causa degli errori commessi da entrambi nell’ultimo anno del conflitto iniziato all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.
Trump o Biden, di chi è la colpa del disastro Usa in Afghanistan?
Il 29 febbraio 2020, infatti, l’ex segretario di Stato Mike Pompeo ha firmato a Doha con i rappresentanti dei Talebani, tra cui Abdul Ghani Baradar considerato il capo degli studenti coranici, un accordo in cui impegnava l’America a ritirare le forze armate in cambio di alcune promesse.
Queste comprendevano in particolare la garanzia di cessare qualsiasi tipo di rapporto con i gruppi terroristici, in primis Al Qaida, e impegnarsi a negoziare con il Governo in carica.
Mentre sulla prima promessa la situazione è ancora da monitorare, la seconda è stata disattesa con la destituzione e la fuga negli Emirati Arabi del presidente della Repubblica Ashraf Ghani dopo l’entrata a Kabul dei talebani. Secondo il negoziato promosso da Trump, inoltre, il completo ritiro dei soldati statunitensi ritiro sarebbe dovuto avvenire entro il 1° maggio 2021, prima di quanto poi realmente accaduto.
Biden ha quindi rimandato il termine dell’occupazione americana, per farla coincidere con il 20° anniversario dell’attacco al World Trade Center, confermando però sostanzialmente gli accordi siglati dal suo predecessore e legittimando gli stessi Talebani come interlocutori.
Responsabilità e accuse tra Biden e Trump
Attualmente Biden e Trump si stanno così scaricando le colpe vicendevolmente, nonostante abbiano di fatto seguito la stessa linea, la quale ha portato al precipitare degli eventi degli ultimi giorni.
Infine, entrambi avevano chiaro come l’obiettivo finale fosse quello di aumentare il proprio consenso elettorale interno, poiché la guerra in Afghanistan negli ultimi anni era diventata uno dei principali elementi di malcontento dei cittadini americani.
La strategia politica ha così riportato indietro le lancette di vent’anni in Afghanistan, con i cittadini locali che hanno collaborato con la NATO bloccati all’interno dei confini nazionali, con il concreto rischio di subire una dura repressione da parte del nuovo regime.
A questo si aggiunge il pericolo di una prossima perdita dei diritti per le donne e per le altre fasce della popolazione rese più vulnerabili dal ritorno della Sharia. Un autentico disastro insomma, reso ancora più imbarazzante per Washington dallo scaricabarile in atto tra Biden e Trump.
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