L’ultima trovata del Presidente Usa: comprare la Groenlandia. Per farci cosa?
L’ultima trovata di Donald Trump è davvero bizzarra: comprare la Groenlandia.
L’isola più grande al mondo ricoperta per più della sua metà da ghiacci appartiene oggi al Regno di Danimarca. Un’operazione di questo genere rievocherebbe le altre due operazioni con cui nel 1867 l’America acquistava l’Alaska per 7,2 milioni dalla Russia, e quella del 1803 con cui la Louisiana fu annessa agli Stati Uniti per 15 milioni versati alla Francia.
Ma perché Donald Trump vuole acquistare la Groenlandia? Vediamolo.
Trump vuole la Groenlandia. I motivi
A riferire per primo la notizia è stato il Wall Street Journal, secondo cui una parte dei consiglieri avrebbe detto al presidente che sarebbe un grande affare, ma altri lo avrebbero sconsigliato. Non è chiaro come gli Stati Uniti potrebbero acquisire un territorio da un Paese straniero.
A ingolosire il Capo della Casa Bianca sarebbe in primo luogo un obiettivo di alto profilo politico ed economico: sfruttare la posizione strategica della Groenlandia ed eventualmente le sue ingenti risorse naturali a vantaggio di America First.
Con i suoi 56mila abitanti l’isola posizionata fra il nord Atlantico e il Circolo polare artico è coperta per quasi tre quarti da uno strato di ghiaccio che si sta sciogliendo a causa del riscaldamento globale.
Quanto può valere la Groenlandia? La Casa Bianca non azzarda cifre. Secondo il WSJ i consiglieri economici dello staff della Casa Bianca gli avrebbero suggerito di indagare sulla possibilità di acquistare la Groenlandia perché la Danimarca avrebbe difficoltà finanziarie a sostenere il territorio. Avrebbe così incaricato alcuni alti funzionari di studiare con cura i dettagli e la fattibilità di un’operazione.
L’occasione per discutere del valore della Groenlandia ed avanzare eventualmente un’offerta si presenterà fra poco meno di un mese durante il viaggio a Copenhagen che Trump ha in agenda a settembre.
«Non in vendita»: la replica della Danimarca
Non si è fatta attendere molto la replica della Danimarca. La Groenlandia infatti è parte della Danimarca con un governo autonomo per gli affari interni, mentre Copenhagen gestisce la difesa e la politica estera.
«Dev’essere un Pesce d’Aprile. Assolutamente fuori stagione», ha scritto in un tweet l’ex primo ministro Lars Lokke Rasmussen.
«Se sta veramente contemplando l’idea, allora questa è la prova definitiva che è impazzito», ha detto alla radio DR il portavoce per la politica estera del Partito Popolare Danese Soren Espersen. «L’idea che la Danimarca venda 50.000 dei suoi cittadini agli Stati Uniti è assolutamente ridicola», ha aggiunto.
«Sono certo che la maggior parte degli abitanti della Groenlandia preferisca avere relazioni con la Danimarca piuttosto che con gli Stati Uniti, nel lungo termine», ha detto a Reuters Aaja Chemnitz Larsen, membro del parlamento danese proveniente dal secondo maggior partito della Groenlandia, Inuit Ataqatigiit (Comunità Inuit).
Ma nei rapporti fra Usa e Danimarca vi è un precedente. Nel 1917 la Danimarca ha venduto agli Stati Uniti l’arcipelago noto allora come Indie Occidentali Danesi, poi rinominate Isole Vergini statunitensi, per 25 milioni di dollari.
Un trattato di difesa siglato nel 1951 tra Danimarca e Usa concede all’esercito statunitense i diritti sulla base di Thule Air nel Nord della Groenlandia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA