Turchia: l’inflazione sfiora il 50% e sfida Erdogan

Violetta Silvestri

3 Febbraio 2022 - 12:31

Turchia travolta ancora dall’inflazione, mai così alta sotto la presidenza di Erdogan. Prezzi alle stelle e lira turca svalutata stanno minacciando la sopravvivenza della popolazione.

Turchia: l’inflazione sfiora il 50% e sfida Erdogan

Inflazione in Turchia sempre più in alto: Il tasso è salito al massimo degli ultimi 20 anni al 48,7% secondo i dati aggiornati.

Nonostante mesi di assicurazioni da parte del presidente Recep Tayyip Erdogan che le cifre vertiginose erano solo temporanee e che il suo Governo sarebbe riuscito a placare gli effetti sui i turchi con un costo della vita insostenibile, i numeri non sono rincuoranti.

In questo contesto, la lira turca ha perso il 44% del suo valore nel 2021. La turbolenza della valuta ha colpito duramente la popolazione, poiché il valore degli stipendi è diminuito e i costi dei beni e dell’energia sono aumentati notevolmente.

Il presidente ha dato la priorità al credito e alle esportazioni, sostenendo costantemente - contro ogni ortodossia economica - che l’aumento dei tassi in realtà peggiora l’inflazione piuttosto che domarla. Ora la sfida a Erdogan, che nel 2023 dovrà affrontare le elezioni, è aperta più che mai.

Inflazione turca da record: cosa succede?

L’inflazione turca è accelerata al suo livello più alto da quando il presidente Erdogan è salito al potere due decenni fa, sfidando le istituzioni economiche nazionali per abbassare i costi dei prestiti.

I prezzi al consumo sono aumentati del 48,7% annuo il mese scorso, il più alto dall’aprile 2002, lasciando la banca centrale in una posizione difficile in cui l’aumento dei tassi è sgradito al presidente, ma tagliarli non farà che aumentare i prezzi incontrollati.

Le pressioni globali, compreso un aumento del costo del gas e di altre materie prime, hanno esacerbato gli aumenti dei prezzi a gennaio e hanno anche messo in crisi le prospettive di inflazione a medio termine.

Nel dettaglio, i costi del settore energetico sono balzati al 76,4% dal 42,9% di dicembre. Il Governo ha annunciato aumenti storici fino al 130% del prezzo dell’elettricità domestica a gennaio.

L’inflazione annuale al dettaglio a Istanbul, la più grande città e capitale commerciale della Turchia, ha raggiunto il 50,9% a gennaio, accelerando dal 34,2% del mese prima.

I beni di consumo sono aumentati dell′11,1% a gennaio rispetto al mese precedente, secondo l’Istituto statistico turco, un valore superiore alle previsioni degli analisti, che oscillavano tra il 9% e il 10%.

Il ministro delle finanze turco Nureddin Nebati ha dichiarato mercoledì all’agenzia di stampa Nikkei che ha previsto che l’inflazione rimarrà al di sotto del 50%, raggiungendo il picco ad aprile.

Erdogan in una trappola economica?

Non c’è fiducia nei confronti del futuro turco, almeno a breve-medio termine.

Ziad Daoud, capo economista dei mercati emergenti per Bloomberg Economics ha sottolineato:

“La Turchia è in un circolo vizioso. Una valuta più debole aumenta l’inflazione, che riduce il potere d’acquisto dei risparmi in lire, spingendo la gente del posto a passare ai dollari, che poi indebolisce ulteriormente la moneta nazionale. Tassi di interesse più alti possono interrompere questo ciclo, ma il presidente si oppone con veemenza a questa mossa.”

Sulla stessa scia Cristian Maggio, responsabile della strategia di portafoglio di TD Securities, secondo il quale “la banca centrale sarà costretta ad aumentare, che gli piaccia o no. Tuttavia, non posso escludere un tentativo di allentarsi ulteriormente prima che siano costretti a fare inversione a U. Certo che l’IPC intorno al 50% è un fallimento totale da parte della banca centrale.”

I forti aumenti dei prezzi rappresentano una sfida politica per Erdogan, che dovrà affrontare le elezioni nel 2023. La sua popolarità tra gli elettori stava diminuendo alla fine del 2021, prima che annunciasse di voler aumentare il salario minimo del 50%.

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