UE, il rialzo dei bond agita i mercati. Ora tocca alla BCE

Pierandrea Ferrari

10 Marzo 2021 - 11:43

Il rialzo dei rendimenti dei bond sovrani dell’Eurozona potrebbe spuntare le armi della BCE nel pieno della terza ondata. Domani la riunione della banca centrale: l’obiettivo è scongiurare un altro scenario «taper tantrum».

UE, il rialzo dei bond agita i mercati. Ora tocca alla BCE

L’euro forte non è più al centro dei pensieri della BCE. Nelle ultime settimane il rialzo dei tassi dei bond sovrani, sintomatico del passo indietro della banca centrale sul programma di acquisto dei titoli di Stato continentali, ha iniziato infatti ad agitare i mercati finanziari, che ora drizzano le antenne in vista della riunione dell’Eurotower di domani, un passaggio cruciale.

Christine Lagarde dovrà manifestare la volontà di intervenire tempestivamente per spegnere la vivacità delle obbligazioni, così da scongiurare – nell’Eurozona, e nel pieno della terza ondata pandemica - quello scenario “taper tantrum” che nel 2013 fece colare a picco i listini statunitensi.

Rialzo dei bond, cosa farà la BCE?

Per gran parte del primo trimestre la BCE è stata impegnata a stroncare il rischio di una crisi valutaria, quest’ultima dettata dal continuo apprezzamento della coppia euro-dollaro: una moneta forte, infatti, poteva andare ad impattare sulle prospettive di ripresa di una economia – quella dell’Eurozona – con un marcato orientamento verso l’export.

Il cambio di passo del dollaro, e anche della sterlina, sembra ora aver spento il nervosismo dell’Eurotower, ma il cielo di Francoforte aspetta ancora delle schiarite: nelle ultime settimane, infatti, il rialzo dei tassi dei bond sovrani sta alimentando una certa fibrillazione nelle piazze finanziarie europee – ma anche negli Stati Uniti, nonostante le rassicurazioni della Fed – con gli alti rendimenti delle obbligazioni che potrebbero finire per mettere la banca centrale con le spalle al muro, e per giunta nel pieno della terza ondata pandemica.

Ma dietro la vivacità del mercato obbligazionario, “non benvenuto e al quale dobbiamo resistere” secondo Fabio Panetta, quota italiana nel board della BCE, c’è proprio la frenata della banca centrale sul fronte del Qe, con gli acquisti dei titoli di Stato continentali che sono scesi nelle ultime due settimane ad una media di 12 miliardi di euro, contro i 18 – stabili – da inizio pandemia.

Ora, alla prossima riunione della BCE, le piazze finanziarie si attendono una netta presa di posizione di Christine Lagarde, chiamata ad esprimere la volontà della banca centrale di spezzare la corsa dei tassi dei bond sovrani attingendo a piene mani ai miliardi del Qe. Del resto, l’ombra di uno scenario «taper tantrum» - come quello che affossò gli indici statunitensi dopo l’annuncio del dietrofront della Fed sul programma di acquisto delle obbligazioni e sui tassi d’interesse - inizia già ad affacciarsi sull’Eurozona, e solo un cambio di passo della BCE potrebbe scongiurarlo.

Rischio reflazione con gli stimoli USA

Per giunta, dall’altra parte dell’oceano, Joe Biden ha appena incassato il doppio disco verde alla Camera e al Senato per il suo piano di salvataggio dell’economia statunitense, un pacchetto di stimoli da 1.900 miliardi di dollari che si andrà a sommare alla liquidità già pompata nel sistema USA dalla prima ondata pandemica.

Un massa monetaria che ha indotto l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) a rivedere al rialzo le sue previsioni sulla crescita del Regno Unito e dell’Unione europea, ma che potrebbe contribuire ad alimentare i timori di una prossima reflazione e spingere così i rendimenti dei bond dell’Eurozona ancora più in alto. Anche per questo, portare il motore del Qe a pieno regime sarà cruciale per smorzare l’inquietudine dei mercati.

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