Con la presidenza USA al democratico Biden, come cambieranno le relazioni con la Cina? Le previsioni sui rapporti tra Washington e Pechino indicano che la guerra commerciale non è affatto finita.
USA-Cina: come cambieranno i rapporti tra le due potenze economiche rivali?
Archiviato il risultato delle elezioni USA con la vittoria di Biden - anche se Trump continua a invocare brogli - tutta l’attenzione si sposta ora sulle conseguenze del cambio alla Casa Bianca.
E la Cina è tornata sotto i riflettori di investitori, economisti, diplomatici. Con l’affermarsi di una vera e propria guerra commerciale a colpi di tariffe, le relazioni tra Pechino e Washington si sono deteriorate al peggior livello di sempre con Trump.
La sensazione, e le previsioni degli esperti, è che poco, oltre l’approccio politico, cambierà con Biden nella strategia anti-cinese. Cosa aspettarsi?
Tensioni USA-Cina: cosa cambierà con Biden?
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina sono destinate a una maggiore prevedibilità e una retorica più diplomatica e meno pungente dopo la vittoria presidenziale di Joe Biden.
Tradotto: probabilmente si assisterà a un approccio indirizzato al dialogo, ma a perdurare sarà la posizione rigida e intransigente su Pechino, almeno per quanto riguarda alcuni temi.
Donald Trump ha aumentato la pressione sulla Cina con misure di ritorsione decise e imposte spesso in modo brusco, causando reazioni indignate. La sua amministrazione, per esempio, ha ordinato dazi su beni cinesi per miliardi di dollari e ha danneggiato il gigante asiatico delle telecomunicazioni Huawei con sanzioni.
Tenendo presente questa cornice e la diversità di approccio tra Trump e Biden, la sensazione piuttosto diffusa è che con il democratico alla Casa Bianca cambierà la forma, ma non la sostanza nei rapporti con la Cina.
Greg Gilligan, presidente della Camera di commercio americana con sede a Pechino ha dichiarato a CNBC:
“Le questioni che rimangono tra le relazioni commerciali degli Stati Uniti e della Cina non cambiano con il cambio di amministrazione.”
Sostenitore della collaborazione con Pechino sin dagli anni ’70, Biden ha tenuto ampi incontri con Xi quando entrambi erano vicepresidenti nel 2011. Eppure la sua posizione verso la seconda economia più grande del mondo si è inasprita negli ultimi anni: durante la campagna elettorale, ha accusato Pechino per le sue azioni a Hong Kong, ha definito le sue politiche nei confronti delle minoranze musulmane nella regione occidentale dello Xinjiang “inconcepibili” e ha definito il presidente cinese un “delinquente”.
La presa di posizione dura del democratico nei confronti della Cina è andata di pari passo con la radicale ostilità dell’opinione pubblica americana verso Pechino.
“La nuova amministrazione dovrà difendersi dalle accuse di essere tenera con Pechino”, ha detto James Green, che ha servito come diplomatico statunitense in Asia durante entrambe le amministrazioni Obama e Trump.
Per questo, un ritorno alle relazioni USA-Cina della metà degli anni 2010 non è affatto nei piani della Casa Bianca democratica.
L’opinione pubblica statunitense sulla Cina si è inasprita dopo anni di critiche sulle pratiche commerciali del Paese, sulla politica dei diritti umani e sulla pandemia Covid-19, che ha avuto origine nella città di Wuhan.
Sarà difficile da invertire questa rotta, soprattutto perché gli Stati Uniti stanno lottando per gestire una terza ondata di epidemia dopo che 230.000 americani sono già morti a causa del virus.
Cosa aspettarsi nella guerra commerciale USA-Cina?
Gli analisti hanno sottolineato che un’amministrazione Biden sarebbe in grado di lavorare con gli alleati statunitensi in modo più efficace di Trump per perseguire una strategia più coesa contro la Cina.
Infatti, il più grande cambiamento tra i due presidenti riguarderà probabilmente l’atteggiamento con i partner. Mentre Trump ha attaccato alleati tradizionali come il Giappone, la Corea del Sud e l’Europa, Biden ha promesso di lavorare a stretto contatto con loro per costringere la cooperazione cinese su priorità che vanno dai legami commerciali a Hong Kong alla tecnologia 5G.
Una prospettiva che potrebbe spaventare il dragone. Che questo approccio sia efficace o meno, il ritorno alla politica dell’alleanza probabilmente frustrerà Pechino secondo gli esperti.
He Weiwen, un ex funzionario dei consolati cinesi a San Francisco e New York ha commentato: “In questo momento, le relazioni degli Stati Uniti con l’Europa si stanno deteriorando, quindi è difficile riunire gli alleati per sopprimere la Cina. Se Biden migliora le relazioni con gli alleati europei, questo sarà dannoso per i cinesi”
Non a caso, la Cina si sta preparando al peggio, qualunque cosa accada. Xi ha ripetutamente invitatola nazione a lottare migliorare la fiducia in se stessa in settori economici chiave.
I funzionari del Partito Comunista la scorsa settimana hanno sottolineato che il Paese aveva bisogno di costruire la propria tecnologia di base invece di cercare di acquistarla altrove. Al centro di questo sforzo c’è la capacità di produrre i propri chip, gli elementi costitutivi per le innovazioni dall’intelligenza artificiale alle reti 5G e ai veicoli autonomi.
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