Moscovici e Dombrovskis sull’Italia: serve una manovra bis visto che il Governo ha fatto solo danni ai conti pubblici
Nuovo affondo dell’Ue sull’Italia, forse prossima ad una manovra bis.
Dopo che la Commissione europea ha posto le basi per una procedura di infrazione contro il Belpaese, Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis sono tornati a commentare (con parole piuttosto dure) i conti pubblici nostrani.
I prossimi passi saranno campali per Roma che dovrà cercare in tutti i modi di evitare le sanzioni dell’Ue. Dai corridoi di Bruxelles sono arrivati diversi segnali di apertura al dialogo ma il Vicepresidente della Commissione e il Commissario agli Affari Economici e Monetari non hanno mancato di evidenziare le colpe di un’Italia che ha deviato in maniera eccessiva dalle regole europee e che potrebbe ora aver bisogno di una manovra bis.
Italia verso manovra bis: la stoccata di Dombrovskis e Moscovici
Tra i due esponenti dell’esecutivo comunitario, a mostrare toni più concilianti è stato senza dubbio Moscovici, che al Sole 24 Ore ha comunque ribadito la necessità di correggere sostanzialmente il deficit 2019 e 2020.
“Ovviamente la Commissione europea resta aperta al dialogo con l’Italia, ma per sperare di evitare la procedura il Governo deve cambiare traiettoria di bilancio. Serve una correzione sostanziale del deficit 2019 e sul 2020, anni in cui ci sono rischi di una nuova deviazione significativa rispetto agli obiettivi”.
Parole più dure sono giunte da Moscovici, che di fronte a Repubblica non ha mancato di bacchettare l’Italia chiedendo una manovra bis in grado di arginare i danni causati fino ad ora dal Governo italiano.
Il debito pubblico e il deficit sono tornati a salire, mentre la crescita economia ha subito una sonora battuta d’arresto (si pensi soltanto alla recessione tecnica di fine 2018).
L’approccio della Lega e del Movimento 5 stelle, ha proseguito il Vicepresidente, ha danneggiato l’economia italiana. L’idea di finanziare in deficit ha avuto più conseguenze negative che positive mentre il PIL ha rallentato in maniera decisa.
“L’Italia è l’ultima della zona euro con un PIL che cresce appena dello 0,1%. Se aumenti il deficit quando non hai lo spazio di bilancio per farlo, vengono danneggiati gli investimenti e scende la fiducia, con il risultato di indebolire l’economia.”
Come uscire da questa situazione? Innanzitutto accantonando l’idea di smontare le riforme già avviate e poi facilitando gli investimenti, agevolando le nuove riforme e sistemando i conti pubblici.
L’approccio europeo è stato chiaro: nessuno vuole isolare il Belpaese, nessuno vuole imporre sanzioni contro l’Italia ma la sua deviazione dalle regole sul debito è stata eccessiva. Toccherà a Roma ora dimostrare che la procedura può ancora essere evitata.
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