Per il ministro Giancarlo Giorgetti sui vaccini anti-Covid sarebbe in atto una sorta di guerra geopolitica: l’Italia così a breve potrebbe sganciarsi dall’Europa e andare per conto proprio, con Mario Draghi che da tempo avrebbe a riguardo dei contatti febbrili con gli Stati Uniti.
“Sui vaccini si sta combattendo una guerra geopolitica su cui si gioca il concetto di sovranità”. Parole queste di Giancarlo Giorgetti riportate dal Corriere della Sera, che ci fanno capire quale sia l’attuale scenario internazionale della battaglia contro il Covid.
In questo contesto, l’Italia al momento continua a essere fedele all’Unione Europea ma una sorta di liberi tutti, complice anche le manovre della Germania che da tempo è in contatto con la Russia per lo Sputnik V, sembrerebbe essere all’orizzonte.
Se Berlino guarda a Est, Mario Draghi invece da tempo viene descritto come attaccato al telefono: dall’altra parte della cornetta ci sarebbero i vertici delle aziende farmaceutiche americane e interlocutori di stanza presso la Casa Bianca.
L’Italia sul vaccino anti-Covid presto potrebbe così decidere di andare per conto proprio: se da Bruxelles non dovessero arrivare buone notizie sul fronte degli approvvigionamenti, i canali aperti con gli Stati Uniti potrebbero materializzarsi in contratti unilaterali.
La guerra del vaccino anti-Covid
L’idea di fondo sul vaccino non era sbagliata. Far gestire per quanto riguarda i 27 Stati dell’UE gli approvvigionamenti direttamente da Bruxelles, per poi procedere con una distribuzione equa in base alla popolazione.
Una scelta questa anche per evitare possibili guerre interne tra i vari Paesi, ma adesso di fronte ai ritardi nelle varie campagne vaccinali questa sorta di patto potrebbe definitivamente naufragare, considerando anche le già avvenute fughe in avanti da parte di Ungheria e Slovacchia.
Adesso però anche i big dell’UE starebbero scalpitando. La Germania avrebbe così già in mano un accordo con la Russia per lo Sputnik V, nonostante tra maggio e giugno dovrebbe ottenere il via libera dell’Ema il vaccino dell’azienda tedesca Curevac.
Mosca da tempo starebbe offrendo il suo siero anche a noi: Salvini lo invoca spesso ma Draghi e buona parte del Governo è scettico a riguardo visto che, a causa di una scarsa capacità produttiva, in realtà sarebbero ben poche le dosi dello Sputnik V reperibili nel breve periodo sul mercato.
L’Italia guarda agli Usa?
Meglio così guardare dove i vaccini di certo non mancano. Palazzo Chigi e il ministro Giancarlo Giorgetti da settimane sono in pressing sulle Big Pharma americane, confidando anche nella generosità della Casa Bianca.
Gli Stati Uniti per vaccinare contro il Covid 330 milioni di cittadini hanno ordinato 1,2 miliardi di dosi, somministrano in media oltre 3 milioni di dosi al giorno e presto dovrebbero raggiungere l’immunità di gregge.
Resistere alla tentazione dello Sputnik V potrebbe così spalancare per l’Italia le porte del surplus degli Stati Uniti una volta che Oltreoceano avranno terminato la loro campagna, ma nell’immediato servono accordi diretti con le aziende americane per avere subito a disposizione milioni di vaccini extra.
“O ci sarà un coordinamento europeo o faremo da soli” ha dichiarato di recente Mario Draghi, ma un eventuale liberi tutti nella corsa al vaccino anti-Covid di certo rappresenterebbe un duro colpo per l’Unione Europea, ma senza una accelerata sarà difficile resistere alla tentazione dell’andare per conto proprio.
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