Anche per il vaccino contro il coronavirus si dovrà fare una terza dose o un richiamo extra? Ecco qual è il parere degli esperti.
Anche per il vaccino contro il Covid si dovrà fare una terza dose? Al momento la campagna di vaccinazione continua a procedere spedita anche in Italia, tuttavia l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno che si è prefissato il generale Figliuolo sembra essere ancora lontano.
Alcuni Paesi invece stanno già iniziando a pianificare la possibilità di dover somministrare una terza dose dell’antidoto, come gli Stati Uniti, dove le autorità sanitarie prevedono di dover inoculare delle “potenziali dosi successive” entro un anno dalla prima iniezione.
Vaccino Covid, servirà una terze dose?
Al momento non è ancora possibile stabilire con certezza quanto durerà l’immunità contro il Covid offerta dal vaccino, proprio per questo motivo le autorità di diversi Paesi si stanno preparando per poter somministrare anche una terza dose qualora diventi necessario. È quanto ha affermato anche David Kessler, chief science officer della task force per l’emergenza Covid-19 dell’amministrazione Biden, nel corso della riunione della House Select Subcomm Committee sulla crisi del coronavirus di giovedì.
“I dati preliminari mostrano che gli anticorpi neutralizzanti persistono per un po’ di tempo dopo la seconda dose di un vaccino a mRna, con un declino relativamente lento nel tempo. Come per gli altri vaccini, come per gli antinfluenzali, una dose successiva può essere importante per il prolungare la protezione contro il ceppo originario, ma può essere fondamentale per fornire protezione dalle varianti”.
Kesseler tuttavia resta ottimista, aggiungendo che “ci sono molte potenziali opzioni che possiamo prendere in considerazione come possibili dosi di richiamo. Stiamo valutando e ampliando gli studi per determinare quali opzioni sarebbero efficaci per fornire una protezione continua”.
Terza dose dopo 6 mesi
Al momento l’ipotesi che si sta facendo sempre più strada sembra essere quella che prevede una terza dose di vaccino già dopo 6 mesi. È quanto ha annunciato anche il ceo di Pfizer, Albert Bourla, in un’intervista a CNBC. Secondo Bourla “ci sarà bisogno di una terza dose, fra 6 e 12 mesi”, anche se “tutto ciò deve essere confermato. E ancora, le varianti giocheranno un ruolo chiave”. La protezione del candidato di Pfizer infatti si estende per almeno sei mesi “della seconda dose con un’efficacia del 91%”.
Anche Moderna è già al lavoro per produrre una terza dose del vaccino e prevede di sottoporre i dati del richiamo alle autorità degli Stati Uniti entro pochi mesi. Secondo quanto affermato dal ceo Stephan Bancel la dose extra potrebbe essere disponibile già in autunno “in modo da proteggere le persone mentre entriamo nella stagionale autunnale e invernale”.
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