Vaccino Oxford-AstraZeneca, perché l’Europa non lo ha ancora approvato?

Martino Grassi

31 Dicembre 2020 - 15:46

Perché il vaccino prodotto da AstraZeneca e Oxford non è ancora stato approvato dall’Europa mentre dal Regno Unito sì? Ecco tutti i dubbi dell’EMA.

Vaccino Oxford-AstraZeneca, perché l’Europa non lo ha ancora approvato?

Perché l’Europa non ha ancora approvato il vaccino di Oxford, mentre il Regno Unito sì? Affinché sia approvato un vaccino deve essere in grado di soddisfare due requisiti: sicurezza e l’efficacia. Sul primo non ci sono remore, il vaccino di AstraZeneca e Oxford non è pericoloso, mentre sulla seconda caratteristica, l’EMA, agenzia europea del farmaco, ha ancora qualche dubbio.

Secondo gli attuali studi, il candidato di Oxford ha dimostrato di avere un efficacia del 62%, un valore sufficiente per il Regno Unito, tanto che la Medicine and Healthcare Regulatory Agency ha deciso di dare il via libera al farmaco.

Oltre all’Inghilterra, il vaccino di AstraZenenca, per il momento, è stato approvato solamente da un altro Paese, l’Argentina. Tuttavia per l’EMA ci sono ancora dei nodi da sciogliere prima di decretare l’ok alla somministrazione del farmaco. Sebbene il Regno Unito abbia anticipato ancora una volta le decisioni dell’Europa, non sembra che il Paese sia del tutto convinto, tanto che ha concesso solamente un’autorizzazione temporanea, che può essere revocata in qualsiasi momento.

Perché l’Europa non ha ancora approvato il vaccino di Oxford?

L’Europa ha deciso di rimandare l’approvazione del vaccino di Oxford per insufficienza di dati. Il principale nodo da sciogliere al momento è quello legato alla percentuale di efficacia rispetto ai dosaggi. Durante la fase di sperimentazione infatti, i ricercatori sbagliarono il dosaggio somministrato ai volontari, iniettandone solamente la metà a circa 2.000 persone. Da questo errore emerse che l’efficacia del vaccino saliva dal 62% fino al 90%. Secondo l’Agenzia europea del Farmaco, AstraZeneca avrebbe dovuto ripetere lo studio su tutte le 40 mila persone coinvolte nella ricerca.

Un altro dubbio che non convince l’EMA è la durata dell’effetto del vaccino. Anche l’agenzia britannica ha dichiarato che “non sappiamo ancora quanto durerà l’immunità dalla Covid-19”. Al momento quindi non è ancora chiara se sia migliore la strategia dell’Inghilterra, che vuole sfruttare quanto più possibile le potenzialità del vaccino, o quella dell’Europa, che preferisce vederci chiaro prima di autorizzare la somministrazione.

Secondo Walter Ricciardi, ex presidente dell’Istituto superiore di sanità e consulente del ministro della Salute, nel Regno Unito “sono certamente più pragmatici, ma non si dovrebbero sottovalutare le pressioni politiche in un Paese alle prese con una impennata dei contagi”.

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