Nuove regole e possibilità per chi è guarito dal Covid e vuole vaccinarsi: vediamo cosa cambia e tutti i dettagli.
Per chi è guarito dal Covid ci sono nuove regole sulla vaccinazione. A sottolinearlo all’agenzia dell’Ansa è Andrea Costa, il sottosegretario alla Salute, il quale cambia la normativa in modo che ci siano facilitazioni per i guariti in merito al green pass.
Molti italiani che avevano avuto il Covid e facevano una dose di vaccino avevano infatti, difficoltà ad ottenere la certificazione verde. Vediamo cosa cambia per chi ha avuto il Covid in merito alla vaccinazione e all’ottenimento del green pass.
Cosa cambia nelle regole per chi è guarito dal Covid
Prima che Andrea Costa proponesse queste nuove disposizioni che diverranno attive già dai prossimi giorni, le persone che avevano avuto il Covid potevano accedere al vaccino entro sei mesi dall’avvenuta guarigione.
Invece, le regole per chi ha avuto il Covid e vuole vaccinarsi, subiscono un cambiamento. Si prevede, infatti, che chi è guarito potrà accedere a una sola dose di vaccino entro e non oltre 12 mesi dal primo tampone che risulta negativo dopo il decorso della malattia. Questo è quanto è stato dichiarato sulla nuova circolare del Ministero della Salute.
Infatti, per quanto la campagna vaccinale prosegua a ritmi serrati, non tutti i luoghi hanno le stesse velocità per motivi prettamente pratici e in alcune Regioni d’Italia le vaccinazioni sono più lente rispetto ad altri posti della penisola.
Perché cambiano le regole sul vaccino per chi ha avuto il Covid
Le regole per chi ha avuto il Covid e vuole vaccinarsi cambiano, sulla base di quelle che sembrano essere evidenze scientifiche, perché - come ha dichiarato all’Ansa il sottosegretario alla Salute - molti cittadini guariti dal virus avevano problemi a ottenere il green pass.
In particolare, molti cittadini che avevano avuto il Covid e poi facevano una dose di vaccino potevano trovarsi in una Regione dove quella stessa dose era somministrata dopo i 6 mesi previsti per legge a causa di rallentamenti dovuti alla forte affluenza alla campagna di vaccinazione.
Il problema era la piattaforma
Questo ritardo nell’ottenimento della dose di vaccino comportava la difficoltà di ottenere il green pass, poiché la piattaforma del sistema è basata su di un algoritmo che prevede che la dose sia somministrata entro e non oltre i 6 mesi.
Il sistema, in effetti, classificava in modo automatico quella vaccinazione come incompleta e necessitante di un’ulteriore seconda dose ai fini dell’ottenimento del green pass. Ecco perché sono servite prontamente nuove regole, in modo da facilitare l’ottenimento della certificazione verde per tutti i cittadini che ne hanno acquisito diritto.
La campagna vaccinale e la sensibilizzazione
Il sottosegretario ha anche posto l’accento sul generale andamento della campagna vaccinale attualmente in corso in Italia. Le vaccinazioni procedono alla velocità di 500.000 dosi al giorno e oltre 28 milioni d’italiani sono vaccinati col ciclo completo.
Un pensiero del sottosegretario alla Sanità si rivolge ai docenti e all’anno scolastico che inizierà a settembre, poiché, sebbene il 52% della popolazione è già vaccinato con ciclo completo, nella scuola ci sono ancora 200 mila docenti non vaccinati. La campagna di sensibilizzazione è in corso, tuttavia bisognerà predisporci per l’inizio del nuovo anno in presenza.
Doppia dose per guariti ma immunodepressi
Per quanto riguarda i soggetti con immunodeficienza, resta valida la raccomandazione di fare due dosi, anche qualora si sia guariti dal Covid-19.
Inoltre, non sono raccomandati test sugli anticorpi prima del vaccino - a quanto viene dichiarato dal direttore generale sulla Prevenzione, Gianni Rezza, basandosi sui pareri degli esperti nel campo.
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