Il vaccino porta a porta potrebbe essere una strategia efficace per implementare la campagna vaccinale: ecco il piano del generale Luciano Portolano per accelerare le somministrazioni.
Somministrare il vaccino anti-Covid porta a porta, come avvenuto per l’immunizzazione nelle Rsa e negli ospedali civili, trasformando i drive through in nuclei vaccinali mobili. Portando così i vaccini laddove ce ne fosse bisogno, dalle scuole agli uffici. Questo il piano ipotizzato dal generale Luciano Portolano, comandante del Coi (Comando operativo di vertice interforze), a capo della task force militare schierata dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini per implementare le somministrazioni anche nelle Regioni che procedono a rilento.
Vaccino porta a porta: cos’è e come funziona
A tal fine, Portolano in un’intervista al Messaggero ha avanzato l’ipotesi di effettuare una vaccinazione “porta a porta”, come avvenuto in Israele. “Siamo andati nelle Rsa, negli ospedali civili - ha detto il generale -. E su richiesta del Ministero della Salute, potremmo anche supportare l’attività di vaccinazione nelle scuole, negli uffici e dove sarà necessario su tutto il territorio nazionale, compatibilmente con le risorse disponibili”.
Ciò significa che potrebbero essere modificati gli attuali Drive through in Nuclei vaccinali mobili. “Oltre a questi - ha chiarito il generale - rimarranno i centri vaccinali fissi come la Cecchignola a Roma e a Milano”.
Al tempo stesso, però, Portolano ha assicurato che proseguirà l’impegno “nella ricezione, lo stoccaggio, la conservazione e la distribuzione dei vaccini nell’hub centrale di Pratica di Mare”, grazie alla presenza massiccia di uomini su tutto il territorio nazionale.
Si parla di “una media giornaliera di 1.700 militari, circa 500 medici e 800-900 infermieri, oltre a personale preposto alla sicurezza e al sostegno logistico”. A questi occorre aggiungere anche “250 mezzi di varia tipologia, 80 aeromobili, tra aerei ed elicotteri” e “10 laboratori biomolecolari stanziali e 2 mobili”.
La lotta contro un nemico invisibile
In un’intervista per Il Messaggero, il generale Luciano Portolano ha ammesso di non amare troppo le sorprese, mentre adora farle agli altri. Purtroppo, però, il Covid “ti sorprende in qualsiasi circostanza perché è un nemico invisibile ”.
Nonostante le sue numerose missioni in Iraq, Afghanistan, nel Libano e sui Balcani, la pandemia è una situazione completamente nuova da gestire, ma dalla quale “usciremo insieme uniti consapevoli di aver superato la crisi, ma con alle spalle un’esperienza che ci avrà maturato in termini emotivi e in capacità di poter reagire a simili imprevisti”.
Per il momento, le uniche armi a disposizione per contrastare il Covid-19 in attesa della vaccinazione, secondo il generale, sono il “ rispetto delle norme che vengono dettate dal ministero della Salute”, oltre al “ rigore nell’applicazione delle misure di sicurezza, di protezione individuale”.
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