Come diventare venditori “porta a porta” e quanto si guadagna

Guendalina Grossi

9 Marzo 2018 - 13:52

Chi sono i venditori porta a porta? Vediamo quali compiti svolgono e quali obblighi devono rispettare gli incaricati alle vendite.

Come diventare venditori “porta a porta” e quanto si guadagna

I venditori porta a porta sono coloro che, con o senza vincolo di subordinazione, promuovono la raccolta di ordinativi di acquisto presso consumatori privati per conto di imprese che esercitano la vendita diretta a domicilio.

Il compito del venditore porta a porta è di recarsi presso il domicilio del consumatore e provvedere alla spiegazione e alla dimostrazione dei prodotti e dei servizi offerti dall’azienda per cui lavora.

Di solito i venditori porta a porta svolgono l’attività di vendita per case di prodotti dedicati alla cura della persona ma possono anche promuovere la vendita di altri merci tra cui per esempio gli elettrodomestici per la casa.

A causa della crisi e della mancanza di occupazione oggi giorno sono sempre più le persone che vogliono diventare dei venditori porta a porta. È bene quindi conoscere al meglio le tecniche di vendita per riuscire a fare carriera nel settore.

Vediamo quali caratteristiche deve avere il venditore porta a porta, e quali sono i suoi obblighi e diritti.

Quali qualità deve avere?

Sono diverse le qualità che un venditore porta a porta deve avere al fine di riuscire a vendere i prodotti che propone ai clienti.

In particolare l’incaricato alle vendite deve avere una buona dialettica in modo tale da riuscire a spiegare all’acquirente in modo chiaro e preciso di cosa si sta parlando e quali caratteristiche possiede il bene o il servizio che sta cercando di vendere.

Inoltre il venditore deve essere sempre pronto a rispondere alle domande che il cliente gli pone e quindi non deve mai farsi trovare impreparato sulle questioni che riguardano il prodotto che sta sponsorizzando.

Quindi è estremamente importante per il venditore porta a porta organizzarsi un piano di lavoro prima di recarsi dai consumatori onde evitare così spiacevoli sorprese.

Gli obblighi e i diritti

Tutti i venditori porta a porta sono obbligati a portare sempre con sé il tesserino di riconoscimento che deve essere aggiornato annualmente e che deve contenere la fotografia dell’incaricato, l’indicazione della sede e dei prodotti oggetto dell’attività dell’impresa, il nome del responsabile dell’impresa stessa e la firma di quest’ultimo.

Il tesserino deve essere esposto in modo visibile durante le operazioni di vendita e deve essere ritirato in caso di rinuncia o revoca dell’incarico.

Il venditore porta a porta non può per nessun motivo riscuotere il corrispettivo oppure operare sconti o dilazioni sui pagamenti.

La legge prevede che il venditore porta a porta possa esercitare il diritto al ripensamento, simile al diritto di recesso senza obbligo di motivazione, entro 10 giorni dalla stipula del contratto con la società per cui lavora.

L’incaricato alla vendita in caso di rinuncia deve quindi inviare una comunicazione tramite raccomandata all’impresa e restituire i beni ed i materiali di dimostrazione eventualmente acquistati.

Quante tipologie esistono?

La legge n. 173 del 17 agosto 2005 prevede tre diverse tipologie di incaricati alla vendita.

Tra questi troviamo:

  • l’incaricato-subordinato che ha un vincolo di subordinazione con l’impresa affidante e al quale si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro applicato dall’impresa esercente la vendita diretta;
  • l’incaricato-agente che non ha alcun vincolo di subordinazione con l’impresa affidante, esercita la sua attività in forza del contratto di agenzia e al quale si applicano gli accordi economici collettivi di settore;
  • l’incaricato-mandatario, anch’egli senza alcun vincolo di subordinazione con l’impresa affidante, che esercita la sua attività in maniera abituale, ancorché non esclusiva, o in maniera occasionale senza necessità di stipulare un contratto di agenzia con l’impresa.

Quanto guadagnano?

Come abbiamo precedentemente accennato all’incaricato-subordinato che ha un vincolo di subordinazione con l’azienda per cui lavora si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro.

I minimi retributivi per gli operatori di vendita di primo e secondo livello in vigore dal 1° agosto 2018 sono i seguenti:

Livelli Paga base 1/8/2017 Indennità contingenza Totale
1 1.016,15 530,04 1.546,19
2 851,49 526,11 1.377.60

Il compenso dei venditori porta a porta che non hanno un vincolo di subordinazione invece è costituito dalle provvigioni sugli affari eseguiti. Questo significa che il venditore riesce a guadagnare unicamente se vende il prodotto che l’azienda che lo ha assunto vuole sponsorizzare.

Il trattamento provvigionale non è soggetto ad un minimo tabellare infatti questo può essere liberamente stabilito dalle parti.

Il guadagno quindi non può essere predeterminato a priori poiché ogni rapporto di vendita prevede percentuali differenti.

Possiamo comunque dire che generalmente queste percentuali saranno più alte quando il prodotto che si va a sponsorizzare ha un costo elevato come per esempio accade per il folletto.

Infatti i venditori che promuovono questo prodotto riescono ad ottenere delle provvigioni più elevate rispetto agli altri settori.

Invece nel caso delle venditrici Avon che sponsorizzano prodotti di cosmetica le provvigioni variano dal 14% al 30% a seconda della tipologia di prodotti venduti. Di solito comunque le provvigioni non arrivano mai al 50%.

Le forme di provvigione

Esistono diverse forme di provvigioni, tra queste troviamo:

  • la forma percentuale che è quella più utilizzata, che prevede appunto una percentuale sul valore dell’ordine. La misura della percentuale è lasciata all’accordo delle parti;
  • la forma del sovrapprezzo che prevede che la provvigione del venditore si basi sulla differenza tra il prezzo minimo di vendita stabilito dall’azienda e l’importo superiore al quale l’agente riesce invece a vendere (ad esempio: prezzo vendita 10,00 euro – l’agente procura l’ordine per 15,00 – provvigione = 5,00);
  • l’importo fisso per ogni ordine che viene corrisposto per ogni singolo affare;
  • le forme miste che prevedono che il trattamento provvigionale sia costituito da una parte fissa, slegata dagli ordini procurati, e una variabile.

Gli aspetti fiscali sul reddito

La normativa prevede che fino al conseguimento di un reddito annuo inferiore a 5.000 euro l’attività del venditore si considera occasionale e quindi i ricavi non sono assoggettati ad IVA. Superata questa soglia l’attività dell’incaricato alla vendita si considera invece abituale e quindi il venditore dovrà aprire la partita IVA.

Il reddito è determinato con l’applicazione di una deduzione forfettaria del 22% ai ricavi percepiti come previsto dall’art. 25 del DPR.600/1973 pertanto :

  • fino a euro 6.410 di ricavi al lordo della deduzione del 22% la prestazione è occasionale , non soggetta ad IVA e dichiarata ai fini fiscali nel quadro RL;
  • oltre tale limite il reddito diventa d’impresa con l’obbligo della partita IVA e la compilazione dei quadri RF o RG della dichiarazione dei redditi;
  • ai fini previdenziali scatta l’obbligo dell’iscrizione alla gestione separata in caso di supero dei 5.000 euro e anche ai fini contributivi si applica la deduzione del 22%.

I lettori per ulteriori informazioni possono leggere Aprire Partita IVA: come si fa e quanto costa.

Le truffe delle società ai danni dell’incaricato alla vendita

Chi decide di iniziare a lavorare come venditore porta a porta prima di iniziare a collaborare con un’azienda deve controllare l’effettiva serietà della società.

Questo perché capita spesso che le aziende che assumono incaricati alle vendite non sono chiare rispetto alla retribuzione e alle mansioni che spettano a questi ultimi.

Ecco perché prima di firmare il contratto con l’azienda leggere attentamente le condizioni relative alla forma di guadagno prevista per l’incaricato alla vendita per evitare così spiacevoli sorprese.

Il consiglio è perciò quello di prendere quante più informazioni possibili sulla società per cui si dovrà lavorare. Per farlo basterà cercare il nome dell’azienda su Internet e vedere quali indicazioni vengono fornite sulla stessa e soprattutto capire se ci sono stati casi di truffe ai danni degli impiegati.

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