La Bce è pronta a sostenere le banche per ridurre gli effetti collaterali dei tassi di interesse negativi. Questa e altre indicazioni sono emerse dalla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della BCE del 7 marzo scorso
I verbali BCE riferiti all’ultima riunione di marzo 2019 sono stati pubblicati.
Al termine dell’ultimo vertice, il 7 marzo scorso, le decisioni prese dal Consiglio Direttivo hanno avuto un impatto dirompente sul mercato rimandando il rialzo dei tassi di interesse almeno alla fine del 2019 e dando il via alla terza tranche di prestiti alle banche dell’Eurozona, la nota TLTRO III.
Come di consueto, alle ore 13:30 di oggi, giovedì 4 aprile, gli attesi verbali BCE hanno alzato il velo sulle discussioni avvenute in quell’occasione, quando il Presidente Mario Draghi ha confermato che il costo del denaro rimarrà ai livelli attuali almeno fino alla fine dell’anno.
Tassi di interesse ai minimi sono rischio per economia
Scorrendo i verbali Bce dell’ultima riunione emerge che il Direttivo ha ampiamente condiviso l’opinione secondo cui i rischi al ribasso per le prospettive di crescita dell’Eurozona continuano a prevalere nonostante le revisioni al ribasso fossero già incorporate nelle proiezioni di marzo.
Gli esponenti della Bce hanno discusso dei rischi che i tassi di interesse ai minimi rappresentano per le banche:
«Da tempo ci sono timori che gli effetti di tassi di interesse bassi per un periodo prolungato possano nuocere ai margini di interesse e alla redditività delle banche, con effetti negativi sul lungo periodo sull’intermediazione bancaria e sulla stabilità finanziaria»
Nonostante la Bce stia ancora mettendo a punto i dettagli della nuova serie di Tltro, il presidente Mario Draghi ha lasciato intravedere nuovi stimoli, sostenendo che un rialzo dei tassi potrebbe essere rinviato ulteriormente e che ci potrebbero essere sostegni alle banche per ridurre gli effetti collaterali dei tassi di interesse negativi.
In realtà le minute della Bce diffuse oggi non ci dicono nulla che non sapessimo già: «la Banca centrale è preoccupata per la debole crescita globale e l’assenza di qualsiasi pressione inflazionistica, perciò ha deciso all’unanimità di estendere la propria forward guidance e rinnovare il proprio programma di prestiti», ha commentato Paul Diggle, economista senior di Aberdeen Standard Investments.
Alcuni membri, tra cui forse Draghi, avevano discusso la possibilità di allungare la forward guidance sui tassi anche fino al 2020. Ma la BCE continua a pensare che questa sia una debolezza temporanea, e che un’economia interna resiliente impedirà di cadere in recessione. Non sono quindi state prese in considerazione misure di allentamento più radicali.
Bce: che il disastro di Trichet sia da monito per Draghi
Secondo il gestore di Aberdeen di questo passo non ci vorrà molto prima che i mercati comincino a considerare la probabilità che la Bce debba riavviare il Qe. «Ancora una volta ci sembra che la BCE sia stata troppo precipitosa nell’inasprire la politica monetaria e troppo lenta nell’allentarla. Ricordiamo tutti il disastro dell’aumento dei tassi di Trichet nel 2008, e Draghi che alla fine dovette ricorrere al suo ‘whatever it takes’», ha spiegato Diggle.
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