Chi è Viktor Yanukovych, l’ex presidente che la Russia vuole imporre alla guida dell’Ucraina

Stefano Rizzuti

2 Marzo 2022 - 13:13

Vladimir Putin punta a sostituire a Kiev Zelensky con Vitkor Yanukovich: chi è l’ex presidente ucraino, perché è stato destituito dopo le proteste di Maidan e il suo esilio in Russia.

Chi è Viktor Yanukovych, l’ex presidente che la Russia vuole imporre alla guida dell’Ucraina

Vladimir Putin punta a ottenere il controllo dell’Ucraina. Anche con l’instaurazione di un nuovo corso presidenziale. E il presidente russo che ha ordinato l’invasione dell’Ucraina sembra avere già in mente chi possa essere l’eventuale successo di Zelensky: parliamo di Viktor Yanukovich.

Yanukovich, ex presidente ucraino esiliato in Russia, sarebbe ora a Minsk, capitale della Bielorussia. Il Cremlino, secondo quanto scrive Kyiv Post, vorrebbe far tornare Yanukovich al potere, dopo che il suo mandato nel 2014 fu rovesciato in seguito alle proteste popolari di piazza Maidan. Vediamo chi è Viktor Yanukovich.

Yanukovich, l’ex presidente deposto e in esilio in Russia

Dopo essere stato tre volte primo ministro nel primo decennio del 2000, Yanukovich è stato eletto presidente ucraino nel 2010. Carica che ha mantenuto fino al 2014, quando è stato deposto in seguito alle proteste popolari ed è poi fuggito in esilio in Russia.

La fuga di Yanukovich è arrivata in seguito alle proteste di piazza Maidan: l’ex presidente fu accusato di strage per gli oltre cento manifestanti uccisi durante le manifestazioni di Kiev tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014.

Le proteste di piazza Maidan e la fuga di Yanukovich

Le proteste in Ucraina sono iniziate nel novembre del 2013 con l’occupazione di piazza Indipendenza a Kiev dopo che Yanukovich si rifiutò di firmare l’accordo di associazione all’Ue, scegliendo invece di ricevere un importante prestito da Putin.

Le proteste sono diventate sempre più massicce quando la popolazione si è accorta dell’incredibile aumento delle ricchezze di figli e parenti di Yanukovich, in un Paese debole economicamente e in difficoltà. L’Onu, l’Ue e l’Usa sono arrivate a minacciare sanzioni e Yanukovich è restato isolato nello scenario internazionale con solamente la Russia dalla sua parte.

Le proteste di piazza sfociano nel sangue: il 18 febbraio si registrano i primi 28 morti. Poi arriva l’assalto ai palazzi del potere e nei giorni seguenti la polizia spara sui manifestanti causando oltre 100 morti.

Il 22 febbraio i manifestanti chiedono le dimissioni del presidente e lui fugge dalla capitale. Il Parlamento approva la richiesta di impeachment mentre lui, in fuga, parla di un colpo di stato. Dopo le proteste Yanukovich si trasferisce in Russia.

Le condanne a Yanukovich e l’esilio in Russia

Dopo la fuga in Russia Yanukovich è stato inserito dall’Interpol nella lista dei ricercati internazionali. L’ex presidente è stato accusato di appropriazione indebita e condannato da un tribunale ucraino a 13 anni di carcere per alto tradimento.

Inoltre la sentenza ha riconosciuto la sua complicità nell’invasione russa della Crimea. Yanukovich sin dal momento dell’inizio della rivoluzione di Maidan ha potuto contare sul sostegno russo, tanto che le autorità di Mosca si sono sempre dette contrarie alla concessione dell’estradizione.

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