Se non si riducono i consumi il nostro paese rischia di terminare il gas a disposizione prima della fine dell’inverno. Le stime.
Causa conflitto in Ucraina, il nostro paese nei mesi scorsi ha ridotto drasticamente la fornitura di gas dalla Russia andando a cercare fonti di approvvigionamento alternative che però non hanno la stessa portata di quelle del paese dell’Est.
Così è iniziato man mano a farsi largo lo spettro di restare senza gas nei prossimi mesi, qualora non si proceda ad un razionamento dell’uso soprattutto di energia elettrica, visto che la maggior parte della produzione elettrica nazionale avviene in centrali alimentate a gas.
Il nostro Governo ha provveduto ad aumentare lo stoccaggio di gas in vista del periodo invernale dove il consumo sarà maggiore portandolo quasi al massimo della propria capacità. Eppure secondo le stime di Today.it potrebbero non bastare. Vediamo il perché.
Quanto gas è stoccato in Italia e da dove arriva
Il nostro paese non ha purtroppo gas di sussistenza e per questo dipende dai paesi esteri per circa il 96%. I paesi importatori fino allo scorso anno, quando la guerra in Ucraina non esisteva, erano la Russia per il 40% e poi Nord Europa e Africa, e Azerbaijan. Nel 2021 l’Italia ha importato gas per 72,7 miliardi di metri cubi di gas, a cui vanno aggiunti 3,3 di produzione nazionale: in totale fanno poco più di 76 miliardi di metri cubi di gas.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il governo Draghi, in linea con le scelte degli altri leader europei, ha ridotto drasticamente la fornitura di gas russo che oggi si è quasi azzerato. Si pensi che nel punto di ingresso del Tarvisio, dove il gas russo entra nella rete italiana, a settembre 2021 sono arrivati dalla Russia 2,2 miliardi di metri cubi, mentre a settembre 2022 sono arrivati appena 454 milioni. Nell’ultima settimana il gas russo importato è stato solo l’1,8%.
Per far fronte al fabbisogno ecco che il nostro paese ha stretto accordi con altri fornitori esteri aumentandone l’importazione. Così ora la fetta più grande arriva dall’Algeria con il 44% del fabbisogno, seguito dall’Azerbaijan con il 19,1% e poi Nord Europa e Libia.
In vista dell’inverno, l’Italia ha aumentato gli stoccaggi. Nel nostro paese è possibile stoccare 12 miliardi di metri cubi di gas, oltre a 4,5 miliardi aggiuntivi che costituiscono la riserva strategica, per un totale di 16,5 miliardi di metri cubi.
Gli stoccaggi sono fondamentali perché in inverno quando la domanda è molto maggiore le forniture giornaliere non riescono a far fronte al fabbisogno, per questo entrano in gioco le riserve.
Ad oggi i serbatoi sono pieni al 92% con circa 11 miliardi di metri cubi di gas. Ma basteranno per far fronte alla domanda che da qui a poco inizierà ad aumentare in vista del periodo invernale?
Basterà per l’inverno?
Secondo le stime fatte da Today.it potrebbero esserci dei problemi nei prossimi mesi. Innanzitutto a partire dalle forniture. Per far fronte alla chiusura russa il nostro paese ha stretto accordi con altri fornitori ma non si sa fino a quanto dureranno importazioni di questa portata. Eccola allora che la riserva stoccata potrebbe diventare decisiva.
Per capire se basterà il gas che abbiamo bisogna partire innanzitutto dal dato di quanto gas avremo a disposizione nei prossimi mesi invernali. Mantenendo le forniture attuali avremo 31,6 miliardi di metri cubi nei prossimi 6 mesi, che potrebbero diventare 35,6 se l’Algeria fornirà ulteriori 4 miliardi come da accordi. A questi vanno aggiunti i 2 miliardi di gas estratto in Italia più i 12 miliardi di metri cubi stoccati. Il totale fa da qui ad aprile 50 miliardi di metri cubi di gas.
Analizziamo ora i consumi attesi. Nei primi 9 mesi del 2022 i consumi sono scesi del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e il che è positivo. Se vogliamo usare come base la media dei consumi della scorsa stagione invernale con la propensione al consumo degli italiani che ipotizziamo costante a quella dei primi 9 mesi dell’anno, si può prevedere per il periodo ottobre-aprile un consumo di gas nazionale di 49,6 miliardi di metri cubi, appena sotto i 50 miliardi di disponibilità stimati.
Insomma si potrebbe viaggiare sul filo del rasoio. Per questo è fondamentale proseguire con la politica di razionalizzazione dei consumi.
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