Cosa sono le accise mobili sul carburante e quanto potrebbe scendere il prezzo di benzina e gasolio

Stefano Rizzuti

16 Marzo 2022 - 13:09

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, annuncia che il governo introdurrà le accise mobili per il carburante: cosa vuol dire e quanto scenderà il prezzo di benzina e diesel?

Cosa sono le accise mobili sul carburante e quanto potrebbe scendere il prezzo di benzina e gasolio

Arriva l’accisa mobile sul carburante. Il governo sta pensando di intervenire introducendo questo strumento per contenere l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio, secondo quanto annunciato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nell’Aula del Senato.

I prezzi del carburante sono schizzati alle stelle nelle ultime settimane e l’esecutivo guidato da Mario Draghi dovrebbe intervenire con un decreto, atteso per la giornata di giovedì, che riguarderebbe sia le misure contro il caro energia che quelle per ridurre i costi di benzina e diesel.

Il governo si concentra sulla riduzione delle accise sui carburanti, attualmente intorno a un valore di 0,73 centesimi al litro. Ma cosa sono le accise mobili di cui parla Cingolani? E quanto risparmierebbero gli italiani al distributore grazie a questo intervento?

Cosa sono le accise mobili sulla benzina di cui parla Cingolani

Cingolani spiega che il governo sta valutando, per contenere l’impatto sui consumatori finali, di praticare un’accisa mobile sui carburanti. Il ministro sottolinea come ci sia stato un incremento dei prezzi dall’inizio dell’anno, dovuto a un aumento dei costi del Brent.

Problema che si affianca, inoltre, alla diminuzione della disponibilità del diesel (ma non della benzina, su cui non sembrano esserci questioni critiche legate all’approvvigionamento). L’accisa mobile che il governo vuole introdurre sarebbe applicabile anche grazie al maggior gettito Iva generato dall’aumento dei prezzi: l’Iva, infatti, consiste in una percentuale sul prezzo finale, diversamente da quanto avviene per le accise che sono sostanzialmente fisse.

Grazie al maggior gettito Iva l’esecutivo andrebbe quindi a intervenire per ridurre le accise e ottenere una riduzione del prezzo alla pompa, per quanto anche lo stesso Cingolani definisca “molto complessa” questa operazione.

L’annuncio di Cingolani non sembra comunque bastare all’Unione nazionale consumatori e al suo presidente Massimiliano Dona, il quale sottolinea come si debba intervenire subito e con un impatto maggiore per i consumatori: la riduzione deve essere, a suo giudizio, di “almeno 50 centesimi” al litro.

Dona spiega come però sia corretta l’idea, valutata dal governo con le accise mobili, di ridurre i prezzi solamente in via temporanea e comunque “fino a quando i prezzi non torneranno a valori normali e le speculazioni non saranno cessate”.

Quanto si risparmierebbe con l’accisa mobile sui carburanti

L’introduzione delle accise mobili sul carburante vorrebbe dire, di fatto, un taglio sul costo di benzina e gasolio. Ma a quanto ammonterebbe? Secondo alcune stime che circolano in queste ore sui tavoli del governo si parlerebbe di circa 10-15 centesimi al litro.

La buona notizia è che per il secondo giorno consecutivo si è registrato un lieve calo del costo del carburante: Eni ha tagliato il prezzo di 5 centesimi per la benzina e di 7 per il gasolio, così come ha fatto Tamoil. Per Ip riduzione per entrambi di 7 centesimi, per Q8 di 8 centesimi, stando ai dati diffusi da Quotidiano Energia.

La media nazionale dei prezzi si attesta oggi a 2,105 euro al litro per la benzina in modalità self service e 2,208 per il servito. Per il gasolio siamo a 2,108 euro al litro per il self service e 2,219 per il servito. Per il gpl siamo a 0,880 euro/litro.

Se il taglio fosse realmente di 10-15 centesimi al litro, quindi, benzina e diesel tornerebbero intorno ai 2 euro per la modalità self service. Di fatto vorrebbe dire avere più o meno gli stessi valori che venivano registrati solamente una settimana fa: l’intervento del governo sembra avere un impatto minimo sui consumatori, tanto più se si considera che non c’è la garanzia che i prezzi non riprendano a salire.

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