Giorgia Meloni vuole cancellare l’Assegno unico universale per figli a carico. Addio al bonus per le famiglie con Isee superiore a 45 mila euro.
La bomba è sganciata: il governo Meloni starebbe valutando la cancellazione dell’Assegno unico universale per figli a carico, ipotesi che nasce dopo il rischio della procedura d’infrazione ai nostri danni per i requisiti richiesti agli stranieri che l’UE ritiene essere troppo stringenti.
D’altronde avevamo già anticipato la preoccupazione e lo sdegno della presidente del Consiglio, uno stato d’animo che sembra sia sfociato in una decisione che spaventa le famiglie: l’addio all’Assegno unico universale.
A rivelarlo in anteprima è Repubblica, secondo cui Meloni avrebbe affidato alla ministra per la famiglia, Eugenia Maria Roccella, il compito di riformare l’Assegno unico e sostituirlo con una misura “migliore”.
Perché il governo Meloni vuole cancellare l’Assegno unico per i figli
Come riportato da Repubblica, la presidente del Consiglio non è una fan dell’Assegno unico e per questo motivo ha scelto di intervenire per sostituirlo con una misura più funzionale che non dovrebbe svantaggiare le famiglie, anzi.
Ricordiamo che a introdurre l’Assegno unico è stato il governo Draghi, con l’avallo di tutte le forze politiche con la sola eccezione di Fratelli d’Italia (altra ragione per cui potrebbe essere sostituito da una misura più vicina alle idee di Meloni).
Oggi l’Assegno unico pesa sul bilancio dello Stato 20 miliardi di euro, con il costo che ogni anno aumenta per effetto dell’inflazione. Al pari delle pensioni e di altre misure assistenziali (con l’eccezione dell’Assegno di inclusione), infatti, l’importo della misura viene adeguato ogni anno al costo della vita.
Basti pensare che nel 2022 era costato 13 miliardi, lo scorso anno 18: merito anche della platea dei beneficiari che è cresciuta nel tempo. Se inizialmente solo l’84% degli aventi diritto ne aveva fatto domanda, nel 2023 siamo saliti all’89%, mentre all’inizio di quest’anno è stato superato il 90%.
Nonostante ciò però ogni anno ci sono risorse dell’Assegno unico che avanzano, proprio per il fatto che ancora un 10% delle famiglie non ha avuto accesso al sostegno.
Sono questi dati a far storcere la bocca a Meloni, convinta che l’Assegno unico non sia stato ritagliato nel miglior modo possibile per soddisfare le famiglie. Per questo motivo starebbe pensando di migliorarlo e sostituirlo con un’altra misura: un’operazione che richiama quanto già fatto con il passaggio da Reddito di cittadinanza ad Assegno di inclusione, con il governo che preferisce un cambio di nome (per poter poi rivendicare la paternità della misura) piuttosto che effettuare una riforma dello strumento.
Come può cambiare l’Assegno unico
Secondo le indiscrezioni, il nuovo strumento non sarà più “universale” come oggi. Sembra infatti che Meloni abbia dato indicazione a Roccella di voler cancellare il bonus figli per le famiglie ad alto reddito, quelle con Isee superiore ai 45 mila euro.
Oggi queste hanno diritto a un sostegno mensile di 57 euro: più di 600 euro l’anno quindi a cui dovranno dire addio, con le risorse risparmiate che verrebbero indirizzate in favore delle famiglie più numerose o con figli disabili a carico.
La riforma dovrebbe essere finanziata con la legge di Bilancio 2025, con la quale figurerà anche un nuovo bonus per le madri autonome, con l’avvio della prossima misura dal prossimo marzo (al termine quindi del periodo di percezione dell’Assegno unico).
Stando alle notizie circolate, quindi, a doversi preoccupare per l’addio all’Assegno unico sono esclusivamente le famiglie con Isee superiore a 45 mila euro, mentre per tutte le altre dovrebbe un passaggio indolore, anzi persino con aumento del sostegno per chi ha più di 3 figli o comunque disabili a carico.
Le reazioni
Sempre Repubblica ha intervistato Adriano Bordignon, presidente del Forum delle famiglie, che proprio nei giorni scorsi ha incontrato la ministra per la Famiglia e la natalità Eugenia Roccella, senza però avere notizie in merito alla possibile cancellazione, o meglio sostituzione, dell’Assegno unico.
Ipotesi che non piace a Bordignon, convinto che oggi l’Assegno unico sia uno dei migliori strumenti a sostegno delle famiglie e del fatto che la presenza di avanzi di risorse dovrebbe rappresentare un’opportunità per migliorare lo strumento, ad esempio estendendolo fino ai 26 anni (esclusivamente per chi studia) ed escludendolo dall’Isee.
La sensazione quindi è che la partita sia ancora tutta da giocare, con la presidente Meloni che prenderà una decisione definitiva nelle prossime settimane, anche sulla base delle proposte di riforma presentate da Roccella. Le famiglie attendono con ansia.
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