Addio auto a benzina dal 2035? L’Ue ci ripensa (in parte)

Luna Luciano

6 Febbraio 2025 - 20:28

L’Europa tira il freno a mano sulle auto elettriche, non sembra pronta a dire addio alle auto elettriche (o quasi). Eccop erché e quali possono essere le conseguenze.

Addio auto a benzina dal 2035? L’Ue ci ripensa (in parte)

L’Europa fa un passo indietro (o quasi) sui motori. La comunità europea non sembra ancora pronta a dire addio alle auto a benzina. Nonostante l’impegno dichiarato di vietare la vendita di veicoli endotermici entro il 2035, pressioni interne ed esterne stanno inducendo Bruxelles a riconsiderare il piano.

Secondo quanto riportato dal settimanale tedesco Der Spiegel, la Commissione Europea starebbe valutando una maggiore flessibilità nell’applicazione del divieto. Questa apertura deriverebbe da due fattori principali: le richieste dell’industria automobilistica e le preoccupazioni legate alla competitività economica, specialmente in un contesto globale in evoluzione.

L’Acea (Associazione Europea dei Costruttori di Automobili) ha manifestato forti riserve sulla rigidità della normativa, sottolineando il rischio di un impatto negativo sul settore, che impiega oltre 13 milioni di persone. Inoltre, le case automobilistiche europee potrebbero subire un danno competitivo se l’Unione Europea imponesse limiti troppo stringenti senza un’adeguata rete di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.

A complicare il quadro, si aggiunge la minaccia di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti sotto un’eventuale amministrazione Trump, che potrebbe colpire duramente le esportazioni di auto europee. Vediamo insieme perché l’Ue ha fatto marcia indietro e cosa c’entrano gli Stati Uniti d’America.

Ue, passo indietro sull’addio alle auto a benzina: l’ombra dei dazi di Trump

Un fattore che sta spingendo Bruxelles a riconsiderare il divieto sulle auto a benzina riguarda le tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, gli Usa stanno adottando nuovamente una politica protezionista: Trump ha già colpito Canada, Cina e Messico con pesanti dazi sulle importazioni.

Secondo Der Spiegel, Oliver Zipse, CEO di BMW, avrebbe cercato di mediare per ridurre le tariffe sui veicoli americani importati in Europa dal 10% al 2,5%, nel tentativo di prevenire eventuali ritorsioni. L’amministrazione Trump potrebbe infatti imporre dazi elevati sulle auto europee vendute negli Stati Uniti, colpendo duramente case come Volkswagen, Mercedes e Stellantis, che hanno un forte mercato oltreoceano.

Questo scenario rappresenta una minaccia per l’economia europea e potrebbe convincere Bruxelles ad adottare un approccio più morbido sul divieto delle auto endotermiche. In un contesto di incertezza economica globale, la necessità di proteggere un settore chiave come quello automobilistico potrebbe prevalere sulle ambizioni dell’Ue per proteggere l’ambiente.

Ue e auto a benzina: le pressioni dell’Acea e i rischi ambientali

Il secondo motivo che sta spingendo l’Unione Europea a rivedere il divieto del 2035 è la forte opposizione da parte dell’industria automobilistica. L’Acea ha fatto pressioni sulla Commissione per ottenere una maggiore flessibilità, sostenendo che un blocco totale dei motori a combustione interna potrebbe danneggiare la competitività del settore.

Le case automobilistiche, già alle prese con costi elevati di transizione verso l’elettrico e con la necessità di adeguare le loro linee produttive, temono inoltre le multe che scatteranno qualora non vengano rispettati i limiti sulle emissioni di CO2. Alcune aziende hanno persino considerato l’ipotesi di stringere accordi con Tesla per acquistare crediti verdi e rimanere conformi alla normativa, creando un paradosso politico e strategico per l’Europa.

D’altro canto, il rischio ambientale derivante da un’eventuale marcia indietro dell’Ue è evidente. Se l’Europa non riuscirà a eliminare le auto a benzina entro il 2035, sarà molto più difficile rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati per il 2050. Inoltre, la transizione all’elettrico è ostacolata dalla mancanza di infrastrutture adeguate in molti paesi, tra cui l’Italia. Nelle periferie e nelle aree meno urbanizzate, le colonnine di ricarica sono ancora scarse, rendendo difficile la diffusione su larga scala delle auto elettriche.

In definitiva, l’Europa sembra essersi “imbottigliata” nel traffico di pressioni industriali, internazionali e preoccupazioni economiche, le quali rallentano la sua corsa verso una transizione verde.

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