Adesione al concordato preventivo biennale, ma mancano i decreti attuativi

Nadia Pascale

8 Giugno 2024 - 09:15

Dove sono i decreti attuativi per il concordato preventivo biennale? A pochi giorni dall’apertura della piattaforma per l’adesione, i contribuenti non sanno come sarà determinata la base imponibile.

Adesione al concordato preventivo biennale, ma mancano i decreti attuativi

Dal 15 giugno 2024 i titolari di partita Iva possono esprimere l’adesione al concordato preventivo biennale, una rivoluzione nei rapporti tra contribuenti e Fisco, ma mancano i decreti attuativi. Cosa succede?

Come più volte annunciato dal Governo, la politica fiscale del prossimo anno dipende dall’andamento del concordato preventivo biennale, non sono forniti dati sul gettito fiscale atteso, ma dovrebbe essere uno strumento di contrasto all’evasione fiscale.

Il concordato preventivo biennale è però su base volontaria e alla vigilia del 15 giugno, data dalla quale i contribuenti possono aderire o meno, non sono ancora disponibili i decreti attuativi, dettaglio non da poco perché sono proprio questi che definiscono il reale contenuto della proposta di tassazione al contribuente valida per due anni.

Tra le ipotesi allo studio della Commissione che lavora ai decreti attuativi vi sono la flat tax incrementale e una proroga dei termini per l’adesione al 31 ottobre.

Ecco le novità sul concordato preventivo biennale.

Ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi per il concordato preventivo biennale, cosa succede?

Il concordato preventivo biennale è un accordo tra fisco e contribuente con cui le parti determinano una base imponibile e sulla stessa applicano la tassazione per due anni.

Previsti minori adempimenti, il contribuente pagherà le tasse concordate anche se le entrate dovessero risultare più elevate rispetto a quelle oggetto di accordo. Vale però anche il contrario, cioè il contribuente pagherà le tasse sulla base dell’accordo anche se le entrate dovessero risultare inferiori a quelle previste.

Non sono mancate polemiche, infatti le casse dei professionisti hanno già chiarito che la base imponibile determinata con il concordato preventivo biennale non si applica per i contributi previdenziali da versare alle casse private.

Ad oggi sappiamo che la determinazione della base imponibile è piuttosto complessa e la stessa è determinata in gran parte dal punteggio ISA e dall’andamento dell’economia del Paese. In base alle prime indiscrezioni, per i contribuenti vi sarà comunque una base imponibile più elevata rispetto a quella delle dichiarazioni dei redditi degli anni precedenti.

Di fatto a oggi manca il decreto attuativo in cui viene stabilito in modo certo come sarà determinata la base imponibile sulla quale si applica la tassazione.

Tra le ultime indiscrezioni circolate vi è l’ipotesi di introduzione della flat tax incrementale sui maggiori redditi previsti dall’accordo proposto rispetto ai redditi già prodotti dal contribuente. La tassa piatta, di cui ancora non vi sono indiscrezioni sull’aliquota, si dovrebbe applicare sulla differenza tra il reddito concordato e quello utilizzato come base di calcolo per il versamento del primo acconto dovuto entro il 31 luglio.

La flat tax incrementale dovrebbe mitigare l’effetto determinato da una base imponibile eccessivamente alta rispetto ai redditi dichiarati e dovuta all’applicazione di un reddito compatibile con un punteggio Isa 10.

La flat tax incrementale è particolarmente gradita dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili che ha espresso parere positivo in un comunicato del 7 giugno.

Comunicato 7 giugno 2024
Comunicato 7 giugno 2024

A che punto siamo con i decreti attuativi per il concordato preventivo biennale?

Il decreto legislativo 13 del 2024, istitutivo del concordato preventivo biennale, prevede diversi decreti attuativi, ma ad oggi ne è stato emanato uno che contiene il modulo di adesione. Ma il 15 giugno partono le adesioni e diventa difficile ipotizzare per ora adesioni a scatola chiusa.

Oltre a mancare il decreto attuativo che determina come viene calcolata la base imponibile della proposta di concordato, mancano le norme di attuazione che definiscono i casi eccezionali in cui è possibile la fuoriuscita dal concordato preventivo biennale prima della scadenza dei due anni.

Come già anticipato, tra le modifiche che potrebbero esservi è presente anche il posticipo dei termini di adesione al concordato preventivo biennale al 31 ottobre 2024.

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