Aerei da guerra all’Ucraina: chi li manderà, possibili conseguenze e cosa si rischia

Alessandro Cipolla

18 Maggio 2023 - 11:02

Alcuni Paesi sono pronti a fornire aerei da guerra all’Ucraina: ecco chi sono, chi invece si rifiuta, le possibili conseguenze e se ci sono rischi di una escalation.

Aerei da guerra all’Ucraina: chi li manderà, possibili conseguenze e cosa si rischia

Chi fornirà all’Ucraina gli aerei da guerra da tempo invocati da Volodymyr Zelensky? Tra annunci, consegne effettive, parziali smentite e tanti dubbi, in seno alla Nato è questo l’ultimo grande limite rimasto visto che per il resto da tempo sono stati superati tutti i restanti tabù riguardanti gli aiuti militari da inviare a Kiev.

Per poter vincere la guerra contro la Russia, Zelensky fin da subito ha chiesto armi non solo difensive ma anche offensive; se in un primo momento l’Occidente si è mostrato molto titubante a riguardo per timore di possibili reazioni di Mosca - leggere alla voce conflitto nucleare o mondiale - pian piano in virtù anche delle difficoltà militari russe tutte le varie linee rosse dai sistema di difesa antimissilistici ai tank sono state oltrepassate.

L’ultima ancora sostanzialmente in auge è quella della fornitura di aerei da guerra all’Ucraina: solo la Polonia finora ha accontentato Zelensky consegnando ai vicini alcuni MiG-29, dei caccia di fabbricazione sovietica noti ai piloti ucraini.

Già perché quello della formazione dei piloti di Kiev - alcuni dei quali da mesi sarebbero negli Usa per essere addestrati a pilotare gli F-16 - non è un dettaglio da poco: per imparare a pilotare un aereo da guerra occidentale può servire anche un anno e, di conseguenza, fornire dei mezzi di fatto inutilizzabili avrebbe poco senso.

Nonostante i rischi di una reazione da parte della Russia e le problematiche tecniche e materiali, diversi Paesi negli ultimi giorni hanno annunciato - in maniera più o meno convinta - di essere pronti a dare vita a una “ coalizione internazionale per fornire all’Ucraina capacità aeree di combattimento , supportandola in tutto, dall’addestramento all’acquisto di jet F-16”.

Quali Paesi forniranno aerei da guerra all’Ucraina?

Come detto già ad aprile la Polonia ha deciso di far varcare il confine ucraino ad alcuni suoi caccia MiG-29; del resto Varsavia è una spettatrice molto interessata in questa guerra: vista la vicinanza e la storica inimicizia, i polacchi da tempo vogliono sbarazzarsi di Putin - al pari dei Baltici - avendo paura di poter fare la fine di Kiev nonostante l’appartenenza alla Nato.

Oltre alla Polonia, ci sarebbe ora questa “coalizione internazionale” pronta a fornire jet F-16 all’Ucraina. A darne notizia è stato il Regno Unito, con Downing Street che poi ha tirato in ballo anche i Paesi Bassi.

Se Londra appare convinta, il premier olandese Mark Rutte si è mostrato molto più cauto a riguardo “non ci sono accordi concreti sull’acquisto o la consegna” di caccia F-16 tra i due Paesi”. Da parte olandese quindi ci sarebbe solo una sorta di disponibilità di fondo.

Chi invece si è subito smarcata è la Germania, anche se il via libera da parte di Berlino è stato decisivo per la fornitura dei MiG-29 polacchi che erano di provenienza della DDR. In precedenza il governo tedesco già ha ceduto sui tank, ma sugli aerei il no al momento sarebbe assai convinto.

Niente aerei anche da parte del Belgio che però sarebbe pronto ad addestrare i piloti ucraini agli F-16, mentre in passato si è parlato di una possibile fornitura da parte dell’Italia di cinque aerei da guerra tra Tornado e Amx: indiscrezioni queste finora rimaste sempre tali, anche se il nostro governo sempre ha ribadito il massimo sostegno a Kiev.

L’unica cosa certa è che una fornitura degna di tal nome di aerei da guerra all’Ucraina da parte dell’Occidente arriverà solo quando ci sarà il disco verde da parte degli Stati Uniti: al momento però Washington appare essere molto cauta a riguardo nonostante l’addestramento in Arizona dei piloti ucraini proprio all’utilizzo degli F-16.

Aerei da guerra all’Ucraina: rischi e possibili conseguenze

Perché i Paesi della Nato, dopo aver sostenuto in ogni modo Kiev in questi quindici mesi di guerra, sono così titubanti nel fornire a Kiev anche degli aerei? La risposta con ogni probabilità va cercata nelle migliaia di armi nucleari che la Russia ha pronte all’uso e nella possibile reazione della Cina.

Finora in questa guerra la superiorità aerea russa è stato il problema maggiore per le truppe ucraine. I sistemi antimissilistici Patriot stanno dando una grossa mano ai soldati di Zelensky, ma il presidente vorrebbe anche missili a lunga gittata e aerei per poter riuscire nella tanto annunciata controffensiva.

Se l’Ucraina però dovesse portare la guerra nel territorio russo - il Washington Post nei giorni scorsi ha reso noto un documento riservato del Pentagono dove si parla di una intercettazione in cui Zelensky palesava proprio questo obiettivo - a quel punto la dottrina di Mosca consentirebbe l’utilizzo di ogni arma a sua disposizione - anche nucleare - per difendere i propri confini.

In più c’è un altro dettaglio non trascurabile: se per ovvi motivi l’Occidente non potrebbe permettersi una sconfitta dell’Ucraina, al pari la Cina si ritroverebbe in grande difficoltà se la Russia dovesse cedere al pari del suo leader Vladimir Putin.

Visti i venti di guerra che spirano anche in Oriente - vedi Taiwan - un collasso della Russia paradossalmente potrebbe essere più pericoloso per l’Occidente rispetto a un accordo di pace che possa prevedere qualche concessione a Mosca.

Ecco perché la linea rossa degli aerei da guerra ancora non è stata varcata con convinzione dalla Nato ma, se la situazione di sostanziale stallo in Ucraina dovesse perdurare, allora anche questa certezza potrebbe iniziare a vacillare.

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