Affitti agevolati per i neoassunti, l’ipotesi in Legge di Bilancio 2025

Patrizia Del Pidio

4 Settembre 2024 - 13:42

Affitti calmierati e alloggi messi a disposizione dalle imprese per favorire la mobilità sul lavoro e il trasferimento da una città all’altra: il piano casa che potrebbe trovare posto nella manovra.

Affitti agevolati per i neoassunti, l’ipotesi in Legge di Bilancio 2025

Una nuova ipotesi è stata avanzata per prevedere agevolazioni sugli affitti per i nuovi assunti, la misura mira ad aumentare la possibilità di assumere nuovi talenti per le imprese. L’obiettivo è quello di aumentare la mobilità dei lavoratori.

Il Piano casa vuol prevedere dei contributi fiscali, ancora non bene definiti, per fare in modo che i lavoratori che si spostano per questioni di lavoro siano agevolati nel trasferimento. A questo dovrebbe essere affiancato, però, un piano per lo sviluppo immobiliare che metta a disposizione gli alloggi necessari.

L’obiettivo del Piano casa

La proposta, che piace molto al presidente di Confindustria Emanuele Orsini, vorrebbe che siano destinati ai nuovi assunti (che non possono offrire garanzie al momento di affittare una casa) degli alloggi che prevedano un canone mensile calmierato. A questo si dovrebbe affiancare anche la possibilità di rendere le imprese che devono assumere più interessanti per fare in modo che riescano ad attrarre i talenti da ogni Regione di Italia e dall’estero.

La cosa, quindi, dovrebbe riguardare non tanto gli affitti quanto le imprese (ma a tal proposito non si sa bene neanche quali imprese potrebbero essere incluse nel progetto).

La necessità per i lavoratori che si spostano

Una delle prime necessità di un lavoratore che trasferisce la propria residenza per motivi di lavoro è l’alloggio. Oggi sono previste, per questa tipologia di lavoratori, delle detrazioni sull’affitto pagato che arrivano (anche in base al reddito) a 500 euro l’anno per i primi 3 ani: ovviamente si tratta di un importo che pur essendo un aiuto non può certo fare la differenza economicamente per un lavoratore che deve sostenere il costo del canone di affitto per un lungo periodo (se non per tutta la vita).

Quello che occorre, quindi, sono alloggi a costi sostenibili per chi si trasferisce da una città all’altra e per chi arriva dall’estero. Solo in questo modo si può incentivare la mobilità lavorativa.

Con questa ipotesi, quindi, quello che si propone è di prevedere per i lavoratori di primo impiego alloggi con affitto calmierato che non superi i 500 euro al mese (circa un quarto dello stipendio). Il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, a tal proposito aveva affermato che “Serve un piano strutturale che consenta alle imprese, come accadeva in passato, di realizzare gli alloggi che servono per i propri lavoratori, utilizzando le aree demaniali e anche con l’intervento di fondi”.

In tal senso è necessario anche mappare quali sono le figure necessarie alle imprese per fare in modo che l’offerta di alloggi destinati ai lavoratori risponda alla domanda di quelli che si vogliono trasferire.

Da considerare che solitamente i lavoratori di primo impiego sono ragazzi che lasciano situazioni solide (quelle della famiglia di origine in cui hanno una casa e anche il cibo). Avere un alloggio sicuro e alla propria portata economica renderebbe più semplice lasciarsi i genitori alle spalle e il mercato del lavoro più flessibile.

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