L’intelligenza artificiale sarà utilizzata dall’Agenzia delle Entrate per rispondere ai nuovi interpelli? Ecco cosa prevede la bozza di delega della riforma fiscale.
L’intelligenza artificiale sta prendendo sempre più piede nella nostra quotidianità. Se pensiamo al recente rilascio di GPT-4, alle ultime novità e ai miglioramenti introdotti, è facile prevedere la futura migrazione verso nuovi software che, se ben utilizzati, potrebbero semplificare molti dei nostri lavori.
Mantenere il passo con la tecnologia è quasi d’obbligo per non correre il rischio di rimanere nel prossimo futuro tagliati fuori da una rivoluzione professionale al momento solo accennata, anche se i timori di affidarsi completamente all’uso dell’intelligenza artificiale non mancano.
Se da un lato ci troviamo di fronte a strumenti in grado di fornire una risposta alle domande più disparate, analizzare immagini, generare audio o video, dall’altro non sono da considerarsi totalmente infallibili.
Tralasciando il tutto, il destino sembra essere già scritto: molti soggetti, aziende ed enti finiranno prima o poi per arrendersi all’uso dell’intelligenza artificiale.
Il primo segnale di questa inversione di rotta arriva proprio dalla bozza di delega della riforma fiscale. Nella parte dedicata alla revisione dello statuto dei diritti dei contribuenti si legge che l’Agenzia delle Entrate risponderà agli interpelli servendosi proprio dell’intelligenza artificiale.
Entriamo nel merito della questione approfondendo come le richieste di chiarimento al Fisco da parte delle persone fisiche e di altri soggetti minori verranno fornite dall’Ente per mezzo delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale.
Agenzia delle Entrate e intelligenza artificiale per i nuovi interpelli: quale obiettivo
Ebbene sì, l’Agenzia delle Entrate si servirà dell’intelligenza artificiale per fornire una risposta ai nuovi interpelli. Alla base della novità emersa dalla delega c’è la volontà di limitare, quanto se ne ravvisano le condizioni, l’uso dell’interpello (disciplinato dall’art. 11 della legge n. 212/2020) esclusivamente alle questioni che non trovano risposta in precedenti atti interpretativi del Fisco.
Nello specifico, la bozza della riforma fiscale autorizza l’uso dell’intelligenza artificiale da parte dell’Agenzia delle Entrate per cercare le risposte alle domande avanzate dai contribuenti di piccole dimensioni o delle persone fisiche.
Insomma, l’AI finirà per sostituire i dipendenti amministrativi dell’amministrazione da sempre impegnati nella ricerca della risposta più adeguata da dare al contribuente negli interpelli, semplificando l’enorme lavoro di passare in rassegna gli atti amministrativi prodotti nei diversi anni.
Un obiettivo questo che potrà essere raggiunto grazie alle risorse messe a disposizione del Fisco a seguito dell’attuazione del PNRR.
Agenzia delle Entrate, quando si potrà utilizzare l’intelligenza artificiale negli interpelli
Come già avuto modo di anticipare, l’uso dell’intelligenza artificiali negli interpelli per il momento è in fase sperimentale. L’Agenzia delle Entrate si potrà avvalere dei software IA solo per le soluzioni in materia fiscale riguardanti richieste provenienti dalle persone fisiche e dai contribuenti di minore dimensione.
Tale limitato utilizzo potrebbe essere collegato alla volontà di voler testare l’affidabilità delle risposte agli interpelli fornite dagli applicativi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, studiati per fornire una risposta rapita ai diversi quesiti.
Quando, invece, i nuovi software di intelligenza artificiale utilizzati dal Fisco non riusciranno a fornire una congrua e rapida risposta all’interrogativo posto dai contribuenti sopra indicati, si procederà alla vecchia maniera seguendo la prassi di interpello nota a tutti e già consolidata.
L’uso dell’intelligenza artificiale negli interpelli: alcune riflessioni
Anche se la curiosità di vedere il funzionamento dell’intelligenza artificiale in ambito fiscale è tanta, alcune riflessione sul suo utilizzo quale servizio di assistenza dei contribuenti in sede di interpello si impongono.
Innanzitutto, occorre capire quale valore giuridico avranno le risposte date dai software AI dell’Agenzia delle Entrate.
Il quesito principale è uno: le soluzioni fornite, attinenti alla questione posta in oggetto dal contribuente, vincoleranno l’intero organo amministrativo o si tratterà di una semplice consultazione delle informazioni contenute nelle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, dunque di risposte non motivate, e di conseguenza senza alcun valore giuridico?
Da questo interrogativo sorgono altre riflessioni. Ci si domanda se le risposte date dall’Agenzia delle Entrate per mezzo dell’intelligenza artificiale saranno sottoscritte o meno da un funzionario dell’ufficio territoriale di competenza, come prova della veridicità e della bontà della soluzione proposta dai software AI.
Inoltre, a quali conseguenze andrebbe incontro il contribuente qualora non accettasse la risposta agli interpelli fornita dai nuovi servizi di intelligenza artificiale di cui il Fisco può servirsi?
Nonostante i dubbi rimangono è da apprezzare l’intenzione di volere “svecchiare” le procedure esecutive dell’Agenzia delle Entrate. Dopo anni e milioni di documenti raccolti riguardanti i contribuenti italiani, finalmente l’Ente abbraccia la tecnologia nell’intento di garantire agli italiani un’assistenza più puntuale e precisa proseguendo anche per questa via la lotta all’evasione fiscale.
Un passo quello dell’Agenzia delle Entrate che non deve essere sottovalutato dai contribuenti stessi. Come precisato in più occasioni dal Garante della privacy, devono chiedere al Fisco di far parte del processo di evoluzione dominato dall’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie informatizzate verso le quali l’Ente si sta muovendo, per comprenderne appieno le logiche di funzionamento, le garanzie e tutele offerte in materia di trattamento delle informazioni e dei dati personali.
Vedremo nel prossimo futuro se davvero l’intelligenza artificiale semplificherà anche le procedure fiscali e quale disciplina sarà studiata per regolarne il suo utilizzo.
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