Aiuti alle imprese, tutto fermo: come faranno bar e ristoranti a resistere?

Antonio Cosenza

09/01/2021

Decreto Ristori quinquies, tutto fermo causa crisi di Governo. Ma chi pensa alla crisi delle imprese?

Aiuti alle imprese, tutto fermo: come faranno bar e ristoranti a resistere?

Aiuti alle imprese: tutto fermo. E intanto dalla prossima settimana in cinque Regioni d’Italia - Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto - bar e ristoranti torneranno ad essere chiusi, mentre per palestre e piscine non è ancora in programma la riapertura.

In un contesto del genere è essenziale riconoscere alle imprese degli aiuti per “sopravvivere” in questi mesi di difficoltà; un piccolo aiuto è stato previsto nel Decreto Natale, con la promessa poi di un nuovo Decreto Ristori approvato dopo l’autorizzazione ad un ulteriore scostamento di bilancio da 20 miliardi di euro.

Eppure, non tenendo conto degli errori fatti in passato, il Governo sta ritardando nell’introdurre le nuove misure, come pure nel rendere operative quelle previste dal Decreto Ristori.

A pagarne le conseguenze sono tutte le attività penalizzate dalle restrizioni introdotte e che potrebbero restare in vigore ancora per molto visto il rischio concreto di una terza ondata. Serve fare in fretta, anche se le minacce di una crisi non aiutano in tal senso.

Decreto Ristori quinquies, tutto fermo

Le frizioni all’interno della maggioranza hanno comportato il blocco dei lavori per il Decreto Ristori quinquies. Un provvedimento che secondo i piani del Governo dovrebbe fare da contenitore a molteplici interventi, come nuove misure per la crisi d’impresa oltre ai nuovi indennizzi - si parla di un ulteriore bonus da 1.000 euro - per le Partite IVA e i professionisti danneggiati dalle restrizioni introdotte nella seconda ondata. E con questo provvedimento potrebbe essere trovata una soluzione per le cartelle esattoriali ancora sospese: si parla di una nuova rottamazione, come pure della possibilità di un saldo e stralcio.

Un provvedimento per il quale si prevede uno stanziamento di 20 miliardi di euro, per il quale però servirà il voto del Parlamento riguardante l’autorizzazione ad un nuovo scostamento di bilancio.

La promessa fatta da Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di presentazione del Decreto Natale non sta trovando riscontri nei fatti: ad oggi, infatti, sul Decreto Ristori quinquies che doveva essere approvato nei primi giorni di gennaio è tutto fermo.

Certo, tutto dipende dallo spettro della crisi di Governo, con Matteo Renzi pronto a sfiduciare il Presidente del Consiglio per poi pensare ad una nuova maggioranza. Ma bisognerà fare in fretta, qualunque sia la soluzione: perché le imprese chiuse ormai da mesi non hanno altro tempo.

Decreto Natale: fermi gli aiuti previsti

Ma non c’è solo questo problema: anche gli aiuti riconosciuti dal Decreto Natale si sono fatti attendere da settimane. Ricordiamo che con questo provvedimento sono stati stanziati 645 milioni di euro per una nuova tranche di contributi a fondo perduto, per lo stesso importo di quello riconosciuto con il Decreto Rilancio, destinato a diverse attività del settore della ristorazione (ristoranti, bar, mense, gelaterie e pasticcerie).

Il Ministero dell’Economia aveva assicurato che il contributo sarebbe arrivato in tempi brevi; queste attività, invece, hanno atteso invano durante le feste - nel mentre il locale era chiuso eccetto per chi ha deciso comunque di andare avanti con le attività di ristorazione d’asporto e consegna a domicilio - e fino ad oggi non hanno avuto notizia di quanto potranno godere di questo ulteriore contributo.

Secondo quanto dichiarato dal Ministro Gualtieri, infatti, solo oggi l’Agenzia delle Entrate ha effettuato i bonifici per tutte le attività interessate (bar, ristoranti e pasticcerie).

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