Martedì bisognerà decidere sul destino di Alitalia, e l’offerta definitiva dovrà essere formalizzata dal governo
Il tempo per decidere il destino di Alitalia ormai sta per scadere. A tre giorni dalla scadenza per l’offerta, Luigi Di Maio si dice ancora ottimista per la riuscita “del rilancio, non il salvataggio” della compagnia di bandiera. Ulteriori rinvii non sono possibili, e i commissari giudicano ormai esaurito il loro mandato. Secondo il Sole 24 Ore, si decide martedì, o entro metà maggio ma solo per definire i dettagli del negoziato. Fonti interne affermano infatti che i commissari sono pronti a lasciare, e una proroga di 7 o massimo 10 giorni sarà concessa soltanto per “affinare i dettagli”.
Alitalia, quali soluzioni di mercato
Dopo due anni di lavoro per due diversi governi, per Alitalia si aspetta ancora il colpo di scena che risolva la situazione. Quest’ultima, ha chiarito Di Maio, sarà “di mercato, ma con una massiccia presenza dello Stato”, con la presenza del Tesoro e di Ferrovie. Ma anche con l’investimento degli statunitensi di Delta Air Lines si è ancora lontani dal 100%, e Di Maio rassicura dicendo che “stanno arrivando offerte tra cui quelle dei concessionari autostradali”.
Vale a dire Atlantia, che tra le altre cose controlla Aeroporti di Roma, con la quale però il governo non ha dei buoni rapporti dopo il crollo del Ponte Morandi. Qualche giorno fa è spuntato anche il nome di Riccardo Toto, figlio dell’ex patron di Air One poi confluita nella stessa Alitalia nel 2009. Com’è evidente, le due opzioni private presentano entrambe notevoli punti critici.
Commissari Alitalia: offerta entro martedì
I commissari straordinari di Alitalia sarebbero ormai vicini a lasciare l’incarico una volta e per tutte. Di Maio dovrà presentare loro l’offerta d’acquisto vincolante entro la mezzanotte di martedì, per garantire il futuro degli 11.000 dipendenti. Ma nel piano ci sono ancora notevoli incertezze, legate in particolare agli investitori privati.
Nelle settimane successive alla tragedia di Genova della scorsa estate, il governo di Conte aveva individuato come maggiore colpevole la controllata del gruppo Benetton, che secondo Di Maio e Toninelli non aveva operato la necessaria manutenzione. Si era arrivati molto presto alla minaccia di togliere la concessione, e i rapporti fra l’esecutivo e Atlantia sono ridotti quindi ai minimi termini. I Benetton, fra l’altro, non si sono mai dimostrati particolarmente interessati all’affare.
Riccardo Toto invece non sarebbe particolarmente gradito ai lavoratori della stessa Alitalia. Questi ultimi si sono già scagliati contro questa possibilità ricordando i numerosi contenziosi aperti con Air One all’epoca dell’ingresso dei “capitani coraggiosi” nella compagnia di bandiera.
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