Migliaia di imprese sull’orlo della chiusura, cantieri fermi, 15milioni di euro di crediti bloccati: il dossier del Centro di Unimpresa racconta i numeri dell’allarme (e del fallimento) superbonus.
Superbonus, continua la situazione di stallo. In tutta Italia sono fermi 90mila cantieri, per un totale di 15 miliardi di euro di crediti fiscali bloccati. Sono 25mila le aziende a rischio fallimento, soprattutto piccole e medie imprese. Di conseguenza sono a rischio 130mila posti di lavoro.
Come si è arrivati a questo punto? A essere fallato è il sistema di cessione del credito, in particolare nel meccanismo con cui era stato creato a maggio 2020: il decreto Rilancio prevedeva la possibilità di cedere all’infinito i crediti. Questo ha creato un giro corposo di frodi, e il governo Draghi è dovuto intervenire modificandone i parametri e introducendo maggiori controlli. Ci sono poi state ulteriori modifiche, che hanno «ammorbidito» i limiti messi dal governo Draghi, ma l’inizio della fine era ormai vicino.
Le banche, infatti, hanno raggiunto la capienza fiscale, pari a 81 miliardi di euro, mentre i bonus edilizi hanno raggiunto quota 110 miliardi (e quelli stimati inizialmente erano 72 miliardi). A dare un quadro chiaro della situazione è un dossier del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale il solo superbonus vale 61 miliardi, ben 25 miliardi in più rispetto alle stime di partenza: vuol dire che l’errore di previsione corrisponde a uno scostamento del 70%.
Allarme superbonus: imprese a rischio fallimento e crediti bloccati: quali soluzioni?
Secondo Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, una possibile soluzione passa attraverso la discesa in campo delle regioni: «gli enti regionali, con le loro società finanziarie, possono acquistare dalle banche i crediti fiscali che il settore bancario non può più gestire a motivo del raggiungimento dei limiti stabiliti dalle norme tributarie». Nella attuale situazione, continua Ferrara, servono immediatamente 5 miliardi di euro per evitare il fallimento di migliaia di imprese, in particolare quelle di dimensione più piccola, a corto di liquidità.
La richiesta al governo è di convocare urgentemente i presidenti di regione e di discutere una azione organica per risolvere il blocco dei cantieri e il consequenziale dissesto di molte attività di impresa, non solo nel campo dell’edilizia in senso stretto, ma anche di molte attività connesse alle ristrutturazioni e ai lavori. «A quanto ci risulta -continua Ferrara- alcune regioni stanno già andando in questa direzione, ma si tratta di pochissimi casi. Serve un piano nazionale, che coinvolga tutti i territori, altrimenti si creerebbero insopportabili disparità di trattamento».
Superbonus, cantieri e cessione del credito bloccati: l’intervento di Sace
Antonio Frezza, chief marketing and sales Pmi di Sace, ha detto al Sole24Ore che Sace si è mossa velocemente per «inglobare quanto previsto dal decreto [Aiuti quater, ndr] in modo che la garanzia fosse immediatamente utilizzabile per le aziende. Per questo motivo, abbiamo subito attivato i canali di collegamento con le associazioni di categoria, a partire dall’Ance (l’Associazione nazionale costruttori edili), per promuovere tutti gli strumenti previsti dalla legge. E, sempre con l’Ance, abbiamo in programma di far partire, a breve, dei programmi di informazione e formazione per gli associati per far conoscere tutte le opportunità che Sace è in grado di offrire alle imprese del settore edile. Parliamo di una gamma ampia di strumenti per rispondere alle diverse esigenze: dalle cauzioni a supporto dell’attività alle coperture contro i rischi in cantiere e della costruzione».
L’importo del finanziamento assistito da garanzia Sace potrà coprire fino al 90%, e non potrà superare il livello maggiore tra il 15% del fatturato annuo totale medio dell’impresa beneficiaria relativo agli ultimi tre esercizi conclusi o il 50% dei costi sostenuti dall’impresa per fonti energetiche nei 12 mesi precedenti il mese di richiesta di finanziamento. Questo requisito va dimostrato con fatture (o documenti equivalenti) relative alle spese energetiche sostenute.
Frezza prevede anche che le prime richieste da parte delle aziende arriveranno tra qualche settimana. Finora ammontano a 18 miliardi le garanzie emesse da Sace con SupportItalia.
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