L’inflazione non è più un fattore di preoccupazione per i mercati: ecco il vero timore dei fondi sovrani. Cosa spaventa gli investitori in un mondo frammentato e in guerra?
Dimenticate l’inflazione, la grande preoccupazione finanziaria globale è un’altra: la geopolitica.
Dopo che le banche centrali hanno espresso il timore che le tensioni crescenti tra le grandi potenze si trasformino in una vera e propria minaccia per le riserve valutarie e la stabilità della finanza globale, anche i fondi sovrani hanno lanciato l’allarme.
Secondo un sondaggio Invesco, l’inasprimento dei conflitti, dalla guerra della Russia in Ucraina alle restrizioni commerciali, incombe sugli investitori globali da diversi anni, ma con l’inflazione in calo e mentre quasi metà della popolazione mondiale vota per eleggere nuovi leader, le tensioni sono ora al centro della scena.
Le rivalità geopolitiche, tra cui la battaglia commerciale tra Stati Uniti e Cina, ora superano l’inflazione e diventano la preoccupazione principale per i fondi sovrani e le banche centrali che gestiscono circa 22 trilioni di dollari in asset. Ecco perché.
La geopolitica spaventa i fondi sovrani
Rod Ringrow, responsabile delle istituzioni ufficiali di Invesco, ha sottolineato che nell’anno delle elezioni, la geopolitica ha avuto la meglio (sull’inflazione) sia nelle prospettive a breve che a lungo termine come fattore di preoccupazione.
Circa l’83% degli intervistati ha indicato le tensioni geopolitiche come il loro principale timore a breve termine, superando il 73% che ha indicato l’inflazione. Anche la frammentazione geopolitica e il protezionismo sono in cima alla lista delle preoccupazioni per il prossimo decennio, con l’86% degli intervistati che lo hanno segnalato.
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Ecco cosa preoccupa davvero le banche centrali
Nel lungo termine, il cambiamento climatico è emerso come il secondo rischio più grande.
“Il clima è ormai una questione di primaria importanza e i processi di investimento dei fondi sovrani e delle banche centrali... stanno iniziando ad allocare capitali per analizzarlo e valutarne l’impatto”, ha affermato Ringrow.
In un contesto mondiale così fragile e disomogeneo, ci sono dei potenziali vincitori. Oltre la metà degli intervistati ha affermato che i mercati emergenti trarranno probabilmente vantaggio dalla crescente multipolarità, mentre il 67% dei fondi sovrani si aspetta che essi eguaglino o superino i mercati sviluppati.
L’India è stato indicato come il mercato più interessante, anche perché le sue obbligazioni stanno diventando parte di indici di investimento globali di facile accesso.
Ringrow ha affermato che una costellazione di altre economie emergenti, tra cui Messico, Brasile, Indonesia e Corea del Sud, possono trarre vantaggio da questi cambiamenti in corso.
Se la geopolitica spaventa il quadro finanziario, essa ha anche la forza di dirottare gli investitori verso altri mercati e spostare gli equilibri finanziari.
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