Il fenomeno sta diventando dilagante con centinaia di segnalazioni. Ecco chi si nasconde dietro il tentativo di truffa.
La telefonata arriva da numeri cellulari o fissi di qualunque provincia italiana così da indurre fiducia e convincerti a rispondere. Appena si apre la chiamata si troverà un operatore o un nastro registrato che si presenterà sempre come rappresentante di Amazon hi tech trading. Peccato però che con il colosso del commercio digitale non ha nulla a che fare, e nemmeno con gli investimenti sulle azioni dell’azienda quotata in borsa.
Si tratta di truffatori che sfruttando la popolarità del brand Amazon convincono i malcapitati ad investire il proprio denaro quando in realtà lo stanno soltanto versando su un conto estero per non rivederlo mai più.
Il fenomeno viene da lontano, sono mesi ormai che arrivano migliaia di segnalazioni e denunce sia alle autorità che alla stessa Amazon, ma la truffa non si riesce a debellare. Repubblica ha cercato di approfondire la faccenda fingendosi interessata all’investimento, capendo come funziona il meccanismo e chi si cela dietro.
Come funziona la truffa di Amazon trading
Squilla il telefono, si risponde e se si finge di essere interessati ecco che un operatore inizia a tirar fuori una serie di frasi ad effetto per indurvi a compiere l’investimento. Inizialmente si presenta come Amazon per suscitare fiducia verso chi si trova dall’altra parte della cornetta. Poi propone microinvestimenti sulle azioni del colosso del commercio digitale con guadagni giornalieri, settimanali o mensili a seconda di come si sceglie.
L’investimento minimo è di 250 euro. Una volta effettuato il versamento promette la chiamata di un consulente personale che ci aiuterà nel far rendere al massimo i nostri soldi. Dice che i guadagni dipendono dal tempo che ci si dedica, dalla somma che si investe e dall’andamento del mercato così da far intendere che più soldi si investono maggiori saranno i guadagni e viceversa. Non parla mai dei rischi che ovviamente non mancano in operazioni finanziarie del genere. Nessun riferimento nemmeno al prospetto informativo che chi propone attività di investimento è obbligato a presentare, previa approvazione della Consob.
Se ci si mostra interessati l’operatore ci invita a visitare un link di un sito che all’apparenza sembra di trading con tanto di grafici in aggiornamento in tempo reale. Una volta registrato l’account insiste nel far versare i primi 250 euro immediatamente con la scusa della sua assistenza in tempo reale. A quel punto invia i dati del conto su cui inviare il bonifico chiedendo poi di allegare ricevuta pagamento e foto di un documento ad una mail o ad un numero whatsapp. Probabile che una volta effettuato il versamento e ricevuti i soldi i truffatori spariscano dalla circolazione.
Chi si nasconde dietro e gli indizi che provano la truffa
Ci sono vari indizi che inducono a pensare si tratti di un tentativo di truffa. In primis la sezione di «Amazon hi tech trading» non esiste. Non c’è traccia poi del prospetto informativo e in più cercando i dati della società alla quale intestare i bonifici, questa non compare negli elenchi degli intermediari autorizzati dalla Consob, né nell’albo delle società con succursale italiana né in quello delle società senza succursale.
I bonifici finiscono su un conto aperto presso una banca belga ma il beneficiario è una società che ufficialmente è un sito che vende prodotti elettronici ricondizionati. In realtà si tratta di un scatola vuota perché il sito ha poche pagine, poche informazioni e non permette di acquistare nulla.
L’indirizzo indicato è a Londra ma lì si trova una società che tra i vari servizi offre anche l’apertura di società dormienti al costo di poche sterline. Insomma nessuna possibilità di risalire all’identità dei truffatori che da anni ormai agiscono indisturbati servendosi impropriamente del nome di Amazon. La stessa società fondata da Jeff Bezos ha detto di essere a conoscenza della truffa e incoraggia i clienti a segnalare sospette truffe in modo da poter proteggere i loro account e indirizzare i malintenzionati alle forze dell’ordine per proteggere i consumatori.
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