Secondo la statistica, le quotazioni dell’indice S&P 500 sembrano pronte a segnare nuovi massimi storici proprio nel mese appena iniziato. Vediamo i dettagli
I dati intraday e in tempo reale del Grafico S&P 500 sono tratti dalle quotazioni di prodotti OTC.
Gli indici azionari di Wall Street proseguono nel loro movimento rialzista che ha portato l’S&P 500, a guadagnare oltre il 13% nel primo trimestre del 2019.
Con i prezzi su livelli così elevati, viene da chiedersi se già durante il quarto mese dell’anno sia possibile assistere a nuovi massimi storici.
Aprile nel podio dei mesi più performanti
Per rispondere a questa domanda siamo ricorsi alla statistica, analizzando lo storico delle performance dell’S&P 500 dal 1970 a fine 2018, in modo tale da avere una panoramica sugli ultimi 49 anni di Borsa.
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it su dati Bloomberg
Quello che abbiamo osservato è decisamente interessante, in quanto la struttura fortemente rialzista del mercato azionario statunitense ha fatto in modo che 10 mesi su 12 tendano a chiudere in territorio positivo. Solamente ad agosto e settembre le quotazioni tendono a perdere terreno.
Per quanto riguarda il mese appena iniziato è di norma molto positivo: mediamente il maggiore indice statunitense segna rialzi superiori al punto percentuale, terzo solamente a novembre e dicembre. Statistiche alla mano, questi ultimi due sono infatti i mesi migliori dell’anno, complice il periodo natalizio e il cosiddetto “rally di Natale”.
Andando più nel dettaglio, negli ultimi 49 anni il 61,22% dei mesi di aprile chiude in territorio positivo. In particolare, se si eliminano dal conteggio le performance negative di questo mese, i guadagni messi a segno mediamente ad aprile sono pari al 2,69%.
Come tradurre queste informazioni in operatività?
S&P 500, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Per prima cosa l’analisi statistica ci dice che aprile non sembra essere un buon mese per valutare posizioni short sull’S&P 500 e in generale sulle azioni Usa. Quanto detto trova conferma anche da un punto di vista prettamente tecnico: i corsi hanno interamente superato le perdite dello scorso 22 marzo, e sembrano intenzionati a dirigersi verso l’ultimo ostacolo a 2.874,27 punti, prima di raggiungere nuovi top storici. Due sedute fa poi è stato generato un segnale rialzista che potrebbe incoraggiare ancora gli acquirenti: il celebre Golden cross (clicca qui per approfondire).
Come spiegato ad inizio settimana nella nostra asset allocation di analisi tecnica la view sul mercato azionario statunitense rimane costruttiva. Si potrebbero quindi valutare entrate rialziste sui ritracciamenti in modo tale da avere un’operatività supportata da una solida base statistica.
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