Le quotazioni del petrolio WTI sono al terzo test di area 57,39 dollari. Una violazione di tale area permetterebbe ai corsi di spingersi oltre i 60 dollari al barile
Seduta all’insegna dei rialzi sul petrolio WTI, che si attesta a 57,33 dollari al barile, apprezzandosi dello 0,80% rispetto alla sessione di ieri. Le quotazioni dell’oro nero sono spinte dalla decisione dell’Arabia Saudita di ridurre la produzione di 10 milioni di barili al giorno a partire da aprile 2019.
Petrolio WTI, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Graficamente i corsi sono al terzo test della coriacea resistenza a 57,39 dollari, lasciata in eredità dai top della Marubozu del 20 novembre scorso. Il movimento rialzista che prosegue da inizio anno resta ancora solido anche se lo scorso 8 marzo i venditori sono riusciti a riportare i corsi al di sotto della linea di tendenza che collega i minimi del 2 gennaio a quelli dell’11 febbraio 2019.
Se le quotazioni del petrolio WTI dovessero effettuare il breakout dell’ostacolo menzionato prima si avrebbero buone possibilità di assistere ad un ritorno dei prezzi dapprima verso i 60 dollari, per poi passare a quota 63,59 dollari, dove è presente un baluardo del fronte ribassista e il 61,8% del ritracciamento di Fibonacci disegnato dai massimi del 3 ottobre ai minimi del 24 dicembre 2018.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Strategie operative sul petrolio WTI
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Dal punto di vista operativo, si potrebbero valutare strategie di matrice rialzista sul breakout di area 57,39 dollari. Lo stop loss andrebbe posto al di sotto di 54 dollari, l’obiettivo principale a 60,78 dollari mentre un target più ambizioso sarebbe individuabile in area 62,20 dollari al barile.
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