Aria condizionata obbligatoria al lavoro, quando e temperatura ideale

Simone Micocci

05/08/2024

Avere l’aria condizionata in ufficio o su qualsiasi altro luogo (interno) di lavoro è un diritto del dipendente? E quale deve essere la temperatura ideale? Facciamo chiarezza.

Aria condizionata obbligatoria al lavoro, quando e temperatura ideale

Se fa troppo caldo al lavoro è obbligatorio accendere l’aria condizionata? Non proprio: come vi spiegheremo in questo articolo, particolarmente utile viste le temperature elevate registrate in Italia in queste settimane, per quanto il datore di lavoro debba necessariamente garantire un luogo di lavoro che sia salubre non è detto che debba per forza ricorrere a un condizionatore.

È importante in tal senso conoscere quali sono le regole in materia di utilizzo dell’aria condizionata al lavoro anche in relazione al rapporto con i colleghi. Spesso, infatti, questa rappresenta anche un elemento di discussione in quanto c’è chi gradisce un microclima più freddo e chi invece ne vorrebbe uno più mite impostando una temperatura più alta.

Non bisogna commettere l’errore di pensare che si tratti di un tema di scarsa rilevanza. L’utilizzo di climatizzatori sui luoghi di lavoro rientra infatti nel novero delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro come disciplinate dal relativo Testo unico (d.lgs n. 81 del 2008).

È qui che bisogna fare riferimento per rispondere alla domanda su quando, e se, avere l’aria condizionata al lavoro è un diritto del dipendente, nonché su ogni quanto va fatta la manutenzione e sulla temperatura ideale da impostare per evitare l’insorgere di discussioni.

Quando l’aria condizionata in ufficio è obbligatoria

Se c’è troppo caldo il datore di lavoro ha l’obbligo di fare il possibile per mettere il dipendente nella condizione di poter svolgere le proprie mansioni senza rischiare la salute. Altrimenti questo potrebbe persino rifiutarsi di lavorare, mantenendo il diritto allo stipendio.

A tal proposito, tale obbligo rientra nel concetto di microclima, nella parte in cui viene stabilito che per tutte le attività lavorative che si svolgono in luoghi al chiuso bisogna garantire aria salubre in quantità sufficiente, tenendo soprattutto conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali vengono sottoposti i dipendenti.

Ciò significa che bisognerà intervenire con impianti di areazione e climatizzazione laddove non sia possibile assicurare aria salubre a sufficienza con le aperture naturali (con le finestre quindi).

L’obbligo del condizionatore in ufficio, dunque, va valutato caso per caso: è essenziale infatti che in ogni locale ci sia una temperatura adeguata, tenendo in considerazione anche il grado di umidità. Bisognerà assicurarsi che negli ambienti di lavoro non ci siano condizioni tali da poter comportare un rischio di stress termico ai dipendenti e se aprire le finestre non dovesse risultare sufficiente per raggiungere tale obiettivo bisognerà per forza dotarsi di un impianto di climatizzazione.

La giusta temperatura in ufficio

Potrebbe succedere, però, che negli uffici con l’aria condizionata sorgano delle liti tra colleghi per quanto riguarda la giusta temperatura da mantenere nell’ambiente.

A tal proposito ci viene in soccorso il decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013, nel quale viene specificato che in estate la temperatura sul luogo di lavoro dotato di aria condizionata non deve scendere al di sotto dei 26 gradi, con una tolleranza di 2 unità (con la possibilità di scendere fino a 24 gradi in caso di necessità).

In inverno, invece, per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili la temperatura non deve superare i 18 gradi, mentre per tutti gli altri è di 20 gradi (e in entrambi i casi ci sono 2 gradi di tolleranza).

È poi consigliato - ma in questo caso dall’Oms - di evitare uno sbalzo termico eccessivo che potrebbe essere pericoloso per la salute: secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, non dovrebbe esserci una differenza superiore ai 7 gradi tra la temperatura interna e quella esterna.

I consigli dell’Inail per un corretto utilizzo

Anche l’Inail è intervenuto nel dare alcuni consigli per evitare che un errato utilizzo dell’aria condizionata in ufficio possa comportare rischi alla salute dei lavoratori. Utilizzo che “non può prescindere da una corretta installazione, una puntuale manutenzione e soprattutto una corretta gestione”.

Ad esempio, bisogna scegliere il giusto collocamento per il montaggio, individuando la migliore posizione che permetta un buon rimescolamento dell’aria, senza che gli occupanti siano colpiti da flussi d’aria troppo veloci. Nessun lavoratore, quindi, dovrebbe essere sotto il getto diretto dell’aria condizionata.

Il tutto senza prescindere dalle periodiche operazioni di pulizia e manutenzione degli impianti. Il condizionatore, infatti, può raccogliere sporco e incentivare il proliferare di batteri che grazie al sistema di areazione verrebbero rapidamente rimessi nell’ambiente. Ecco perché una sanificazione costante è essenziale, oltre a una manutenzione almeno annuale (tenendo conto che le tempistiche possono variare a seconda dell’impianto e quindi è sempre opportuno consultare chi lo ha installato per avere un’idea chiara di ogni quanto bisognerà sottoporlo a manutenzione).

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