Quest’uomo è stato arrestato con 2,3 milioni di dollari e oro nella valigia mentre cercava di superare la dogana. Ecco cosa sappiamo.
Un uomo indiano è stato arrestato con 2,3 milioni di dollari e oro nella valigia presso la dogana in Zambia. Il viaggiatore si trovava infatti nell’aeroporto di Kenneth Kaunda, dove i funzionari doganali gli hanno impedito di raggiungere Dubai. Non soltanto l’uomo non ha potuto imbarcarsi per volare verso gli Emirati Arabi Uniti, ma appunto è stato trattenuto con accuse relative alla criminalità organizzata transazionale. La Dec (Drug enforcement commission) commissione zambiana per il controllo della droga ha diffuso un comunicato stampa in cui assicura che tutte le persone coinvolte in traffici illeciti saranno presto assicurate alla giustizia.
Le autorità zambiane hanno spesso a che fare con casi simili e soltanto nel 2023 avevano fermato cinque persone con un bagaglio ancora più prezioso: 127 chili d’oro e 5,7 milioni di dollari in contanti. Le accuse di spionaggio a carico loro sono poi state ritirate, ma non conosciamo l’intera vicenda processuale. In ogni caso, farsi sorprendere alla dogana con grosse quantità di contanti e beni preziosi non è un’ottima idea. Pur non raggiungendo le alte somme di questa notizia, si rischiano infatti sanzioni elevate e l’arresto.
Cosa sarebbe successo in Italia?
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli si adegua alle regole dell’Unione europea, prevedendo un limite di 10.000 euro trasportabili senza dichiarazione. Entro questa cifra, che riguarda non soltanto il denaro contante ma anche altri titoli di denaro al portatore, inclusi lingotti, monete e pepite d’oro, non è necessario dare comunicazioni né spiegazioni particolari. Ciò non significa che sia vietato trasportare somme più elevate, ma semplicemente che è necessario rendere una dichiarazione alle autorità doganali presso gli sportelli o la piattaforma telematica. La dichiarazione serve a spiegare la provenienza del denaro, l’uso previsto, indicando ovviamente anche il proprietario e i destinatari. Questo obbligo riguarda non soltanto l’Italia, ma anche gli ingressi e le uscite dall’Unione europea, al fine di limitare i reati correlati al traffico di denaro.
Chi omette la dichiarazione riceve quindi una sanzione pecuniaria, calcolata in percentuale sull’importo eccedente i 10.000 euro ma sempre compresa tra 900 euro e 1 milione di euro. In parallelo, le accuse penali che possono riguardare la provenienza del contante e dell’oro, l’uso presunto e tutte le altre circostanze correlate. Si va dal riciclaggio all’associazione mafiosa, passando per la falsificazione di denaro e molti altri reati a seconda dei casi, tenendo a mente anche le violazioni fiscali. Ovviamente, tutto dipende dalla possibilità di spiegare la provenienza dei valori e l’uso a cui sono destinati.
Le regole nel resto del mondo
Il contrasto al riciclaggio di denaro, importante per impedire a sua volta ulteriori reati, è un obiettivo comune a quasi tutto il mondo. Gli Emirati Arabi Uniti, presso cui era diretto l’uomo arrestato con 2,3 milioni di dollari e oro, adottano regole molto severe. Il Federal Law No. 4 of 2002, in particolare, punisce duramente tutte le attività legate al riciclaggio di denaro individuando con precisione numerose fattispecie di reato, tra cui il trasferimento internazionale di fondi. L’arresto del protagonista di questa vicenda, tuttavia, è avvenuto in Zambia, dove le autorità stanno attenzionando con precisione il traffico di stupefacenti, e per estensione anche il denaro proveniente da illeciti e altri reati analoghi.
In ogni caso, se anche le conseguenze penali dipendono dalle circostanze effettive, tentare di trasportare denaro e valori oltre i limiti doganali è molto rischioso. Sono sempre previste delle sanzioni economiche, ma oltretutto per completare indagini e accertamenti i beni possono essere temporaneamente trattenuti, come peraltro il viaggiatore può essere arrestato. Informarsi adeguatamente sulle regole prima di mettersi in viaggio è quindi essenziale, per evitare così spiacevoli inconvenienti che non capitano soltanto ai malintenzionati ma anche, e spesso, ai passeggeri incauti. Basti pensare che ci sono studi legali pensati appositamente per l’assistenza dei turisti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA