Nella prossima Legge di Bilancio sarà inserito un nuovo taglio dell’Irpef per il ceto medio, ma di quanto sarà? Vediamo le previsioni.
In Legge di Bilancio 2025 sarà inserito un nuovo taglio delle tasse. Era stato annunciato da diversi mesi l’intenzione di intervenire per ridurre la pressione fiscale del ceto medio, ma tutto era vincolato all’andamento del concordato preventivo biennale. Le partite Iva hanno aderito (anche se fino a qualche settimana fa si stimavano solo il 10% di adesioni) e il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, annuncia che indipendentemente dal numero di adesioni l’aumento del gettito ci sarà e verrà destinato interamente al nuovo taglio dell’Irpef.
“Ci sarà necessariamente un aumento di gettito, sul concordato non abbiamo stimato entrate, quello che viene è tutto ben accetto” sono le parole di Leo, a riprova che entrate extra ci saranno in ogni caso. Al momento, però, ancora non si sa quale sarà il gettito maggiore a disposizione da destinare alla diminuzione dell’Irpef che grava sul ceto medio.
Gettito maggiore dal Cpb e meno tasse
L’ultimo giorno per aderire al concordato preventivo biennale è il 31 ottobre, in concomitanza con la scadenza della presentazione del modello Redditi (e con la chiusura della stagione reddituale 2024). Il viceministro Leo ha annunciato, però, che poi occorreranno almeno 10 giorni di tempo all’Agenzia delle Entrate per elaborare i dati delle dichiarazioni pervenute. Si saprà, quindi, solo intorno al 10 novembre il risultato del nuovo istituto che permette alle partite Iva di accordarsi con il Fisco.
Questo è il motivo principale per il quale non è stata prevista una nuova proroga all’adesione al concordato, nonostante sia stata chiesta a gran voce dai commercialisti. Leo a questo proposito ha spiegato che “possiamo, in base al gettito che verrà recuperato, fare degli interventi sulla riduzione delle aliquote, quello che abbiamo messo anche nella norma”.
Il viceministro è ottimista al riguardo e sostiene che il risultato, in ogni caso, porterà a un aumento del gettito e che si sarebbe voluto dare anche più tempo per aderire, ma il bisogno dei dati sull’adesione è pressante, visto che si deve inserire in manovra il nuovo taglio dell’Irpef per il ceto medio (che dipende dal gettito del concordato stesso).
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Taglio Irpef per il ceto medio
Leo ribadisce che l’intenzione del governo è quella di intervenire sull’Irpef del ceto medio che, con le tre aliquote si sta impoverendo. La volontà è quella di lavorare sull’aliquota del 35%, quella che grava sui redditi da 28.000 a 50.000 euro, per abbassarla e venire incontro anche a questa fascia di popolazione.
Senza i dati del concordato preventivo biennale, però, non si è in grado di intervenire nella Legge di Bilancio 2025 per sapere quanto è possibile ridurre l’aliquota e quale tipo di intervento il gettito consente. Da considerare, poi, che il testo della Manovra è in lavorazione e che deve essere approvato definitivamente e pubblicato entro la fine dell’anno.
Un intervento dovrebbe esserci in ogni caso, visto che il concordato preventivo ha offerto alle partite Iva un accordo che prevede un reddito aumentato con un differenziale rispetto all’anno precedente: tutti coloro che aderiscono, quindi, verseranno sicuramente più tasse nel 2024 rispetto al 2023. Da considerare, inoltre, che per i soggetti Isa il concordato prevede anche la sanatoria degli anni precedenti (a partire dal 2018): si tratta di soldi che ovviamente erano dovuti, ma che il Fisco potrà recuperare in modo spontaneo e da tutti quelli che aderiscono senza dover, per forza, procedere con controlli fiscali (dai quali sicuramente non sarebbe emerso tutto il sommerso).
Per comprendere come si interverrà sull’Irpef del ceto medio, quindi, è necessario attendere ancora qualche altra settimana, ma ricordiamo che le ipotesi al vaglio erano essenzialmente due:
- riduzione della seconda aliquota per redditi da 28.000 a 50.000 dal 35% al 33%;
- ampliamento del secondo scaglione di redditi fino a 60.000.
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