Articolo 5 Nato, cos’è e perché potrebbe comportare l’entrata in guerra dell’Italia

Giorgia Bonamoneta

16 Novembre 2022 - 17:43

In seguito alla caduta del missile in Polonia c’è chi ha invocato l’articolo 5 della Nato. Che cos’è e cosa comporta?

Articolo 5 Nato, cos’è e perché potrebbe comportare l’entrata in guerra dell’Italia

C’è chi invoca l’articolo 4 della Nato sulla protezione e la risposta in caso di minaccia all’integrità del proprio territorio. A differenza dell’articolo 5, che comporta la legittima difesa di uno Stato membro, l’articolo che lo precede (articolo 4) comporta una consultazione delle parti. La Polonia, in seguito alla caduta del missile ucraino sul suo territorio potrebbe richiedere all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico l’attivazione dell’articolo 4.

Nella storia della Nato l’articolo 4 è stato più volte richiesto, per esempio solo la Turchia lo ha invocato 5 volte tra il 2003 e il 2020 e la Polonia lo ha attivato già una volta nel 2014, proprio in occasione dell’annessione della Crimea. Altre occasioni sono state durante la guerra in Bosnia e l’operazione in Libia.

Invece l’articolo 5, cioè la risposta unita della Nato in difesa di uno Stato membro attaccato - la cui attivazione comporterebbe il coinvolgimento dell’Italia in un possibile conflitto ampio, se non addirittura globale - difficilmente sarà preso in considerazione.

Che cos’è l’articolo 5 della Nato e cosa comporta

L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è sempre pronta a riunirsi sulla base della richiesta dell’articolo 4 per discutere e approvare l’attivazione dell’articolo 5. Quest’ultimo, nella condizione attuale di guerra con la Russia come nemico, segnerebbe l’inizio di un conflitto ampio e anche l’Italia sarebbe chiamata a entrare in guerra, tanto che spesso viene citata la Terza guerra mondiale.

L’articolo 5 della Nato chiarisce:

Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.

Nella natura dell’articolo rientrano quindi ogni tipo di attacco subito da uno Stato membro, come si legge nell’articolo 6:

  • contro il territorio di una di esse in Europa o nell’America settentrionale, contro i Dipartimenti francesi d’Algeria 2, contro il territorio della Turchia o contro le isole poste sotto la giurisdizione di una delle parti nella regione dell’Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro;
  • contro le forze, le navi o gli aeromobili di una delle parti, che si trovino su questi territori o in qualsiasi altra regione d’Europa nella quale, alla data di entrata in vigore del presente Trattato, siano stazionale forze di occupazione di una delle parti, o che si trovino nel Mare Mediterraneo o nella regione dell’Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro, o al di sopra di essi.

No all’articolo 5: cosa farà ora la Polonia?

Dopo le prime ore di tensione, in seguito alle indagini portate avanti da Polonia e Stati Uniti, è stata confermata l’origine del missile esploso in territorio polacco. Si trattava di un missile di difesa ucraino lanciato per intercettare un missile russo diretto verso l’Ucraina. La caduta del missile in Polonia è stato un incidente e per questo Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato ha detto che non ci sono indicazioni che la Russia stia preparando azioni militari offensive contro uno Stato membro della Nato.

Il sospetto della responsabilità russa dell’accaduto ha provocato tensioni internazionali, soprattutto in vista di una possibile conferma di attivazione dell’articolo 5. La Polonia però difficilmente invocherà l’articolo 5, cioè quello della mutua difesa, mentre molto più probabile è la richiesta di attivazione dell’articolo 4 che prevede consultazioni tra i membri se uno degli alleati si sente minacciato.

Questo perché, anche se il missile non è stato lanciato direttamente contro la Polonia, non si può escludere la responsabilità russa nell’incidente. Se la Russia non avesse bombardato in maniera intensiva l’Ucraina nella giornata di martedì 15 novembre 2022, quel missile di difesa ucraino non avrebbe provocato due vittime in Polonia.

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