Ecco cosa comprende l’asse ereditario, fra beni, crediti e debiti contenuti nel patrimonio del defunto.
I chiamati all’eredità, individuati dal testamento o – in sua assenza – dal Codice civile, possono scegliere se rifiutare la propria quota o accettarla, eventualmente con beneficio d’inventario ma senza alcuna scelta sul contenuto. Con la successione si trasmettono infatti delle quote generiche sull’intero asse ereditario, che poi gli eredi dovranno dividere tra loro nel modo stabilito. Vediamo quindi cosa comprende il patrimonio ereditario.
Cos’è l’asse ereditario e cosa comprende il patrimonio ereditario
In modo generico, si può affermare che l’asse ereditario comprende il patrimonio del defunto, composto da beni, crediti e debiti del defunto. Oltre a crediti e debiti in senso stretto, l’asse ereditario comprende anche alcuni diritti e alcune obbligazioni del defunto che passano ai suoi eredi, purché economicamente valutabili.
Vediamo quindi con più precisione da cosa è composto il patrimonio ereditario, ricordando che ogni erede ha diritto a una quota percentuale sull’intero asse ereditario – stabilita dal testamento o dal Codice civile – e non a dei beni specifici. Soltanto i legatari hanno diritto su un bene determinato dal defunto, mentre gli eredi possono scegliere soltanto se accettare o rifiutare la quota generica.
Quali beni fanno parte del patrimonio ereditario
La definizione dei beni dell’asse ereditario è piuttosto semplice, dato che rientrano nell’eredità tutti i beni di cui era proprietario il defunto. Tra i principali, si citano:
- Beni immobili;
- beni mobili iscritti ai pubblici registri, come automobili, aerei e navi;
- oro e gioielli;
- mobilia;
- denaro;
- quote societarie e investimenti;
- animali domestici.
Si può quindi affermare che tutti i beni di cui il defunto era titolare rientrano nella massa ereditaria e spettano dunque agli eredi. Bisogna però ricordare che gli eredi ottengono con l’accettazione soltanto una quota su ogni bene, che gli consente di utilizzarlo ma non permette di gestire il bene in autonomia, perlomeno non fino alla divisione.
Crediti e altri diritti compresi nell’asse ereditario
Oltre ai beni, anche i diritti sui beni rientrano nell’asse ereditario. In particolare, si considerano parte dell’eredità tutti i diritti di tipo patrimoniale di cui era titolare il defunto, per esempio il diritto di recesso. Non solo, il testamento può anche attribuire ad alcuni eredi dei diritti in base alle disposizioni del defunto e ai suoi stessi diritti, ad esempio il diritto di usufrutto su un’abitazione di cui il defunto era proprietario.
Esistono però alcuni diritti che non fanno parte dell’asse ereditario, in quanto la loro ripartizione non segue le regole successorie. Si tratta di:
- Tfr;
- ultime retribuzioni;
- pensione di reversibilità.
Oltre a questi, ci sono alcuni diritti che per natura si considerano intrasmissibili, in quanto strettamente personali. I diritti intrasmissibili, oltre a non essere inclusi nell’asse ereditario, cessano di esistere alla morte del defunto e non sono quindi in alcun modo ottenibili da altre persone, come invece avviene con la pensione di reversibilità, ad esempio.
Rientrano tra i diritti intrasmissibili:
- I diritti reali correlati alla vita del defunto, come usufrutto e diritto d’abitazione;
- i contratti fondati sulla fiducia interpersonale, ad esempio riguardanti prestazioni di lavoro, mandati o la qualità di socio (per società semplice o in nome collettivo) e di accomandatario nella società in accomandita semplice;
- i diritti della personalità, come il nome e la libertà;
- gli stati familiari;
- i diritti derivanti da rapporti di diritto pubblico, come amministrativo e penale;
- altri diritti derivanti da rapporti personali, come il diritto alimentare.
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Debiti e obbligazioni nell’asse ereditario
Così come l’eredità comprende crediti e diritti, nell’asse ereditario confluiscono anche alcune obbligazioni del defunto, in particolare alcuni debiti. Con la successione passano agli eredi sia le somme strettamente legate al debito che eventuali interessi di mora dovuti all’inadempimento del debitore. Gli interessi, peraltro, continuano a decorrere anche dopo la morte, proprio per la trasmissibilità agli eredi.
La successione dei debiti è leggermente differente da quella applicata al resto dell’eredità, in quanto ogni erede risponde delle obbligazioni in proporzione della propria quota e non ha alcuna responsabilità sui doveri degli altri eredi, o in ogni caso sul resto del debito. La divisione avviene in questo caso in modo automatico e i debiti non si considerano parte dell’unica massa ereditaria.
Tra le obbligazioni che rientrano nell’eredità ci sono:
- Spese condominiali;
- utenze;
- canone d’affitto;
- mutui e finanziamenti;
- spese legali;
- fideiussione.
Così come per i diritti, anche i debiti correlati a obbligazioni strettamente personali si escludono dalla successione ereditaria. In particolare, non rientrano nell’asse ereditario:
- Sanzioni penali, amministrative o tributarie (comprese le multe stradali);
- obbligazioni naturali, come i debiti di gioco;
- prestazioni alimentari;
- assegno di mantenimento;
- contratti personali.
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