Ecco quali beni rientrano nell’eredità e quali invece sono esclusi, con riferimento anche a crediti e debiti del defunto.
La valutazione del patrimonio ereditario è indispensabile per i chiamati all’eredità, che devono avere le condizioni per scegliere in maniere consapevole se accettare o meno. Il criterio più importante è senza dubbio il valore, su cui incidono crediti e debiti del defunto. Rintracciare tutti i beni intestati al defunto, i suoi crediti e debiti può però essere insufficiente per ottenere una visione adeguata, perché non tutto rientra nell’eredità. Ci sono, infatti, alcuni beni che la legge considera non trasmissibili nel patrimonio ereditario, di solito perché strettamente collegati alla personalità del defunto.
Quali beni rientrano nell’eredità, l’elenco
Il patrimonio ereditario comprende tutti i beni in possesso del defunto che sono suscettibili di una valutazione economica. Si hanno quindi:
- Beni immobili, come case e terreni;
- beni mobili, come conti correnti e altri rapporti finanziari del defunto;
- azioni e obbligazioni;
- partecipazioni a quote societarie;
- titoli al portatore di cui il defunto era titolare;
- oggetti preziosi (ad esempio quadri e gioielli);
- mobilia e arredamento;
- veicoli, per i quali è necessaria però una particolare procedura.
L’eredità comprende poi anche i crediti del defunto, quindi:
- I rimborsi dovuti dall’Agenzia delle entrate;
- gli affitti percepiti dal defunto in qualità di locatore;
- stipendi maturati e non ancora pagati;
- straordinari non pagati;
- bonus non pagati;
- gratifiche professionali non ancora pagate;
- quote di tredicesima e quattordicesima maturate durante l’anno del decesso fino alla morte del lavoratore;
- rendite.
I beni che non rientrano nell’eredità
Distinguere in modo esaustivo i beni che fanno parte dell’eredità non è molto semplice e comunque poco utile, in quanto il patrimonio ereditario non è formato da alcuni elementi specifici, bensì comprende tutto il patrimonio del defunto con alcune eccezioni. È dunque preferibile conoscere di quali eccezioni si tratta e quindi sapere quali beni non rientrano nella successione ereditaria, perché si tratta di elementi fissati in modo preciso dalla legge. Si può quindi affermare che tutto ciò che non è espressamente escluso dal patrimonio ereditario vi rientra.
Sono esclusi dall’eredità:
- I crediti percepiti dal defunto in maniera strettamente personale, come assegni di mantenimento o alimentari;
- le pensioni di invalidità.
Esiste, poi, una serie ben più ampia di crediti che non entra nel patrimonio ereditario ma che comunque deve essere liquidata. In altre parole, alcuni diritti di credito riferiti ai rapporti del defunto prescindono completamente dall’eredità e possono essere riscossi dai beneficiari anche qualora rinuncianti, e in ogni caso in maniera del tutto indipendente dalla quota ereditaria. Si tratta di:
- La pensione di reversibilità;
- l’indennità sostitutiva del preavviso;
- l’indennità di anzianità;
- il Trattamento di fine rapporto;
- le polizze vita;
- le polizze previdenziali e i fondi pensione.
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Per questo genere di crediti la legge attribuisce meccanismi specifici per individuare i beneficiari che sono del tutto indipendenti rispetto al patrimonio ereditario. I beneficiari molto spesso coincidono con gli eredi perché si fa riferimento ai familiari più stretti, ma non si tratta in alcun modo di un nesso causale.
Per quanto riguarda le polizze vita o previdenziali e i fondi pensione, poi, l’estraneità all’eredità deriva dalla possibilità di indicare beneficiari diversi dagli eredi; seppur, in questo caso, il lascito non possa comunque violare le quote di legittima.
Quali debiti rientrano nell’eredità e quali no
Così come accade per i beni, anche fra i debiti vi sono alcune eccezioni che vengono escluse dal patrimonio ereditario. In particolare, non ricadono sugli eredi:
- Mantenimento dovuto dal defunto verso l’ex coniuge o i figli;
- debiti correlati a sanzioni amministrative, penali o multe stradali;
- sanzioni fiscali (il debito passa agli eredi, ma le sanzioni aggiuntive per il mancato pagamento no);
- i debiti derivanti da obbligazioni naturali (come scommesse di gioco).
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