Assegno di divorzio, è caos: ritorna il tenore di vita per il calcolo dell’importo?

Simone Micocci

11 Aprile 2018 - 10:28

Nuovo cambio di rotta per l’assegno di divorzio: secondo il procuratore generale della Cassazione il tenore di vita non deve essere archiviato definitivamente come disposto dal verdetto Grilli.

Assegno di divorzio, è caos: ritorna il tenore di vita per il calcolo dell’importo?

Assegno di divorzio: sta per tornare il tenore di vita tra i criteri per il calcolo?

Il verdetto Grilli della Corte di Cassazione - sentenza 11504/2017 - ha rivoluzionato i parametri per il calcolo dell’assegno divorzile. Con la sentenza depositata l’11 maggio 2017, infatti, gli ermellini stabilirono che per il calcolo dell’assegno di divorzio non bisognava più prendere in considerazione il tenore di vita mantenuto durante il matrimonio.

Secondo i giudici, infatti, il matrimonio non è un contratto a vita e per questo motivo una volta sciolto il vincolo coniugale con il divorzio il dovere di assistenza dei coniugi viene meno.

Inoltre la Cassazione stabilì che il coniuge debole ha diritto all’assegno di divorzio solo quando non è autosufficiente e non ha la possibilità di mantenersi da solo.

Questa pronuncia è stata poi applicata per altre sentenze: ad esempio Silvio Berlusconi ha vinto il ricorso contro la sua ex moglie Veronica Lario ottenendo l’azzeramento dell’assegno di divorzio dell’importo di 1,4 milioni di euro.

Per questo motivo in molti hanno pensato che la sentenza Grilli fosse ormai un punto di svolta, poiché ha segnato la fine del criterio del tenore di vita goduto durante il matrimonio per la definizione dell’assegno di divorzio.

A quanto pare però non è proprio così; come precisato dal sostituto procuratore generale della Cassazione - Marcello Matera - la sentenza Grilli non si può applicare in via universale. Il tenore di vita quindi potrebbe non essere archiviato definitivamente come si pensava inizialmente.

Il tenore di vita non va in soffitta (per adesso)

Nuovo cambio di rotta della Corte di Cassazione; il procuratore generale Marcello Matera ha dichiarato che bisogna tornare a valutare il tenore di vita per il calcolo dell’assegno di divorzio, non considerando quindi esclusivamente l’autosufficienza economica come previsto dal verdetto Grilli.

Secondo il pg della Cassazione, quindi, il tenore di vita va ancora considerato dal momento che “ogni singolo giudizio richiede una valutazione delle peculiarità del caso concreto”. Il tenore di vita quindi non si può escludere a priori altrimenti si rischia di “favorire una giustizia di classe”.

Ascoltando queste parole quindi si potrebbe pensare che la sentenza Grilli non ha apportato alcun cambiamento, ma non è proprio così. Secondo Matera, infatti, è giusto che venga preso come parametro di riferimento l’autosufficienza del coniuge debole, ma allo stesso tempo bisogna tener conto anche di altri criteri stabiliti dalla legge per definire l’importo dell’assegno divorzile, quali appunto “la durata del matrimonio, l’apporto del coniuge al patrimonio familiare, il tenore di vita durante il matrimonio”.

E adesso?

Le parole del Procuratore Generale della Cassazione potrebbero aver fatto definitivamente chiarezza sull’applicazione del verdetto Grilli per le future sentenze della Cassazione.

Ne avremo la certezza però solamente tra un mese, quando le sezioni unite della Corte di Cassazione si esprimeranno in merito ad un ricorso presentato da una donna che a causa del verdetto Grilli ha ottenuto la revoca dell’assegno di divorzio dalla Corte d’Appello.

La donna si è rivolta agli ermellini per far valere il proprio diritto a ricevere un assegno mensile e adesso spetterà a loro decidere se confermare quanto disposto dalla sentenza dello scorso giugno - mandando quindi in soffitta definitivamente il tenore di vita - oppure se basarsi su quanto indicato da Matera valutando caso per caso.

Come anticipato la sentenza della Cassazione è attesa tra circa un mese; vi terremo aggiornati non appena ci saranno novità in merito.

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