Politiche economiche e diffusione dell’auto elettrica: le accuse al trattamento fiscale italiano

Gaetano Cesarano

28/10/2022

Transport & Environment confronta il trattamento fiscale del settore auto in Europa: «L’Italia offre vantaggi ai consumatori che scelgono veicoli inquinanti».

Politiche economiche e diffusione dell’auto elettrica: le accuse al trattamento fiscale italiano

Le politiche fiscali italiane frenano la crescita delle auto elettriche: è questa la denuncia di Transport & Environment, organizzazione no-profit che ha sede a Bruxelles e che dal 1990 promuove la sostenibilità̀ europea del settore trasporti.

L’ultima analisi pubblicata da T&E propone un confronto del trattamento fiscale del settore auto dei principali Paesi europei criticando fortemente le scelte del governo italiano: «Rispetto ad altre nazioni, che adottano misure per promuovere la transizione verso i veicoli elettrici, l’Italia continua a offrire vantaggi ai consumatori che scelgono veicoli inquinanti basati sui combustibili fossili. La legge di Bilancio 2023 è l’occasione per adeguare l’Italia agli standard europei».

Tra le critiche mosse dall’organizzazione no profit figurano la non eccessiva penalizzazione per le auto più inquinanti di nuova immatricolazione e la tassazione sull’acquisto slegata da ogni politica di riduzione delle emissioni di CO2. La tassa di immatricolazione nella maggior parte dei Paesi europei è legata alle emissioni di gas serra con punte di particolare incidenza in Francia dove per comprare un’auto che rilascia una CO2 superiore a 200 g/km si possono pagare imposte fino a 40mila euro. In Italia i costi di immatricolazione non sono collegati alle emissioni del veicolo e solo la tassa di possesso è funzione dell’omologazione Euro.

Tassa di immatricolazione Tassa di immatricolazione Costo per tipo di alimentazione

Ancora più disastrosa viene poi giudicata la situazione relativa agli incentivi all’acquisto, i cosiddetti ecobonus auto e moto, che nell’analisi vengono giudicati molto negativamente: «Oltre a offrire, nel confronto con le altre nazioni, un sostegno economico modesto agli acquirenti di veicoli elettrici, l’Italia è l’unica nazione europea a prevedere incentivi per l’acquisto di veicoli con emissioni CO2 fino a 135 g/km. Si tratta degli stessi veicoli che in Francia vengono tassati all’acquisto perché inquinanti e che in Italia sono addirittura incentivati. Le politiche fiscali sono un elemento determinante per disincentivare la mobilità inquinante ma i meccanismi fiscali messi in campo in Italia spesso vanno nella direzione sbagliata

L’unico parametro fiscale collegato alle emissioni di CO2 del veicolo è la tassazione dell’auto aziendale come fringe benefit. Anche su questo fronte, tuttavia, l’Italia è chiamata a fare molto di più. Le auto aziendali rappresentano il 36% delle vendite annuali ma la misura adottata - che prevede appena il 5% di differenziale se si sceglie un’auto a zero emissioni - è troppo timida per incentivarne l’acquisto.

Quello che non traspare dal report è sicuramente il limite dettato dalla carenza delle infrastrutture, un limite su cui l’Italia sta cercando di recuperare il tempo perso. Messe da parte le ideologie, gli utenti vivono purtroppo ancora con perplessità il passaggio ad auto elettriche per i limiti di autonomia, per i tempi e le possibili difficoltà di ricarica e non ultimo per l’aumento dei prezzi dell’energia. Senza contare che per un’utenza business incide molto il divario tra nord e sud Italia dove la concentrazione di punti di ricarica mostra differenze notevoli tra regione e regione rendendo più complicate le percorrenze su lunghi tragitti.

E’ corretto invece distinguere maggiormente - anche nello studio di futuri incentivi - tra veicoli a emissioni zero e ibridi plug-in. Proprio queste ultime - ricorda infatti T&E - «possono avere emissioni ben superiori rispetto ai valori dichiarati, con impatti complessivi appena inferiori alle tradizionali endotermiche». Gli incentivi per le plug-in saranno eliminati in Germania dall’anno prossimo, e sono in discussione in Belgio, dove la possibilità di dedurre l’auto ibrida come costo aziendale potrebbe esaurirsi nel 2026.

In definitiva il rapporto rileva come sia arrivato il momento di attualizzare il sistema italiano di tassazione delle auto: «Con la legge di Bilancio 2023 è arrivato il momento per i legislatori Italiani di adeguare il sistema nazionale agli standard europei. La tassazione va collegata sia alle emissioni che al prezzo del veicolo, con una fiscalità adeguata al processo di transizione verso una mobilità sostenibile, accessibile e sicura per tutti».

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