Chi lavora in nero senza contratto può scrivere nell’autocertificazione “motivi di lavoro”? Facciamo chiarezza su conseguenze e rischi.
Chi, per motivi di lavoro, si sposta tra comuni e regioni dell’area arancione e rossa deve essere munito di autocertificazione. Qui occorre indicare generalità, luogo di partenza e destinazione e il motivo del viaggio.
Le cose si complicano per chi lavora in nero e non ha un regolare contratto di lavoro con cui provare che lo spostamento sia avvenuto effettivamente per impegni lavorativi.
Molti temono di essere “scoperti” dalle Forze dell’ordine e di rischiare la multa o, peggio ancora, la denuncia per falsa attestazione e l’intervento dell’Ispettorato del lavoro.
Facciamo chiarezza sulle conseguenze per il lavoratore e il datore che sfrutta il lavoro nero.
Lavoro nero e autocertificazione, si può fare?
Che il lavoro sommerso sia uno dei grandi problemi dell’Italia è cosa nota. Chi non ha un regolare contratto di lavoro in questo particolare momento si trova doppiamente in difficoltà:
- da una parte non può ricevere aiuti e indennizzi statali (vedi quelli dei decreti Ristori e Ristori bis);
- dall’altra non sa cosa scrivere nell’autocertificazione da consegnare alle Forze dell’ordine durante i controlli a campione.
Nel modulo chi esce per andare al lavoro deve barrare con una X “comprovate esigenze lavorative” e chi dichiara informazioni false o inesatte rischia la denuncia per Falso e il carcere da 1 a 6 anni (articolo 495 del Codice penale).
Chiariamo subito che chi lavora in nero può compilare l’autocertificazione senza conseguenze civili e penali. Ciò perché, anche in assenza di contratto, il rapporto di lavoro in nero esplica tutti i tipici effetti di un regolare rapporto subordinato. Lo dimostra il fatto che in caso di stipendio - o di altre indennità - non pagato, è possibile ricorrere di fronte ad un giudice per far accertare sia il rapporto di lavoro che il diritto a ricevere quanto spetta.
Questo significa che chi lavora senza contratto può scrivere nel modulo “motivi di lavoro” senza rischiare la denuncia per falsa dichiarazione.
I rischi per il datore di lavoro
Eventualmente, in caso di controllo, non sarà il lavoratore in nero a rischiare la multa bensì il datore di lavoro che sfrutta il lavoro sommerso (qui le sanzioni previste per il lavoro nero).
Gli unici casi in cui il lavoratore rischia delle sanzioni è se lavora in nero nonostante sia percettore di assegno di disoccupazione erogato dall’INPS o del reddito di cittadinanza.
Motivi di lavoro, quando serve l’autocertificazione
Compilare e firmare il modulo per gli spostamenti serve nella zona arancione se per raggiungere il luogo di lavoro si deve uscire dal comune di residenza; invece in zona rossa serve per ogni tipo di spostamento dalla propria abitazione, anche entro i confini del comune.
Chi vive in zona gialla non ha bisogno dell’autocertificazione per andare al lavoro, a meno che non debba spostarsi verso una regione classificata arancione o rossa.
Autocertificazione per lavorare dal 21 dicembre al 6 gennaio
Chi si sposta all’interno dell’area gialla per motivi di lavoro, non ha bisogno del modulo di autocertificazione fino al 20 dicembre. Dal 21 al 6 gennaio, invece, scatta il divieto di uscire dal confini regionali (anche in zona gialla) se non per motivo di salute, lavoro e necessità. Va da sé che chi esce per lavoro (regolare o in nero) dovrà avere il modulo di autocertificazione.
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