Positiva l’indiscrezione della vendita di una ulteriore quota di Plenitude. Ecco perché gli analisti fissano un target price distante il 20% dal prezzo attuale.
Azioni Eni, quanto possono salire con la vendita di un altro 10% di Plenitude? Il titolo del colosso energetico torna a crescere, sostenuto da indiscrezioni di stampa secondo cui si prepara a cedere una ulteriore quota di Plenitude. Gli analisti di Equita Sim valutano positivamente il possibile ingresso di un nuovo socio, accanto a Eip, con effetti positivi sul prezzo di Eni. Oltre a Equita Sim, anche Intesa Sanpaolo ha alzato il target price sul titolo a 17,50 euro, con un upside potenziale del 20%.
La cessione del 10% di Plenitude potrebbe coinvolgere diversi fondi tra cui Apollo Capital Management, HitecVision e Trilantic Europe. Attualmente, Eni valuta la sua controllata nel settore delle energie rinnovabili 10 miliardi di euro, cifra identica a quella stabilita nei mesi scorsi quando vendette il 7,6% della società al fondo svizzero Energy Infrastructure Partners. Nel 2024 l’Ebitda di Plenitude dovrebbe salire a 1 miliardo di euro dai 930 milioni del 2023 per poi raggiungere un target di 2 miliardi nel 2027 «grazie all’incremento della capacità produttiva sulle rinnovabili e alla rete di ricarica».
L’operazione potrebbe accelerare la transizione energetica e rafforzare la posizione di mercato di Eni. Inoltre, la vendita della quota permetterebbe di ridurre l’indebitamento dal 32% del secondo trimestre di quest’anno al 20% entro il 2027, secondo Mediobanca Securities.
Eni: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
Eni si è risvegliata dal torpore e, con un allungo superiore al 4% nell’ultima ottava, sembra pronta ad attaccare i primi ostacoli a 14,90 euro. Una vittoria su questo limite, massimi estivi e base del gap del 17 maggio, sarebbe lecito sperare nel test di area 15,20-15,30, preludio a un ritorno sui massimi del 2023 e 2024 a 15,80. Oltre questa resistenza, via libera oltre i 16 euro. Sul fronte dei supporti, area 14 continua a rappresentare uno spartiacque tra uno scenario neutrale/rialzista e uno correttivo. Discese sotto 13,70 euro spianerebbero infatti la strada verso i 13 euro almeno.
Per operare long su Eni potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HC5GUA2. Il certificato ha come sottostante Eni e presenta una barriera distante attualmente il 14,49%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HC9KHV9, avente una barriera distante il 15,81% come sottostante Eni.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti