La banca dati della Polizia è uno strumento fondamentale ma poco conosciuto. Vediamo a cosa serve e come scoprire informazioni sul proprio conto.
La banca dati della Polizia è un sistema indispensabile per raccogliere i dati rilevanti dei cittadini. A riguardo, tuttavia, non c’è molta informazione e la maggior parte delle persone non sa a cosa serve, come scoprire informazioni sul proprio conto ed eventualmente richiederne la cancellazione.
Banca dati della Polizia: cos’è e a cosa serve
La banca dati della Polizia, che in realtà si chiama Ced interforze, non deve essere confusa con il certificato dei carichi pendenti. Il Ced interforze, infatti, raccoglie al suo interno reati, precedenti di Polizia e tutte le informazioni rilevanti. Si tratta di un sistema fondamentale per garantire la comunicazione immediata e disponibile a tutte le Forze dell’ordine. Ciò ha ovviamente un grande impatto positivo sulle misure per garantire la sicurezza.
Non è così strano non sapere se i propri dati sono stati iscritti nel Ced interforze, proprio in relazione al tipo di contenuto. La condanna per un reato è ovviamente conosciuta dall’interessato, ma ad esempio i precedenti di Polizia potrebbero non esserlo. Questo tipo di dato fa riferimento a tutti gli eventi rilevati dalla Polizia che non costituiscono reato, ma di cui è opportuno tenere traccia. È il caso, ad esempio, del possesso di stupefacenti per uso personale.
In generale, ogni volta in cui un cittadino è sottoposto a un controllo da parte delle Forze dell’ordine, le informazioni devono essere obbligatoriamente inserite nella banca dati, che comprende anche eventuali controlli su strada eseguiti a campione. Per questa ragione la banca dati interforze comprende non soltanto le informazioni penalmente rilevanti, ma anche quelle semplicemente amministrative.
Il Ced viene comunque gestito tramite un archivio elettronico, affidato direttamente al dipartimento di Pubblica sicurezza della Polizia. La grande efficienza di questo strumento è data dal particolare sistema di archiviazione. In particolare il Sistema d’indagine non archivia i provvedimenti originari (come una denuncia o un’ordinanza di custodia cautelare) ma si limita a sintetizzarne il contenuto in maniere analita.
Di conseguenza il Ced contiene esclusivamente le informazioni importanti per il lavoro delle Forze dell’ordine, come il divieto di accedere a un certo luogo, senza alcuna informazione più dettagliata. In effetti, non avrebbe senso il contrario, proprio perché l’obbiettivo del Ced è di facilitare e velocizzare il controllo da parte di tutte le Forze dell’ordine. I provvedimenti originari, invece, possono essere visionati tramite l’apposita richiesta all’organo di emanazione.
In ogni caso, il Ced contiene comunque dati personali e sensibili e proprio in virtù di questo non può essere visionato da chiunque. I dati sono quindi vigilati dal Garante della privacy e possono essere visionati soltanto dai soggetti autorizzati:
- Ufficiali di Polizia giudiziaria.
- Ufficiali di pubblica sicurezza.
- Funzionari dei servizi per le informazioni.
- Magistratura.
Una diversa restrizione è invece prevista per i dati che riguardano i procedimenti penali, visibili soltanto da:
- Autorità giudiziaria.
- Ufficiali di Polizia giudiziaria.
- Direzione centrale per i servizi antidroga.
- Uffici centrali di Polizia o Carabinieri per l’antiterrorismo.
Anche i soggetti autorizzati, comunque, sono tenuti a rispettare la privacy dei cittadini, pertanto il Ced può essere consultato esclusivamente per le finalità istituzionali. La condotta contraria costituisce infatti un reato.
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Scoprire informazioni e richiederne la cancellazione
Il soggetto interessato è invece autorizzato a richiedere di prendere conoscenza dei dati che lo riguardano, domandando eventualmente anche il loro aggiornamento o cancellazione. La domanda deve essere sempre presentata tramite istanza formale, composta da:
- Modulo (rintracciabile sul sito web della polizia) compilato e firmato.
- Documento di riconoscimento valido.
La domanda così composta può essere inviata al dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno e intestata alla direzione centrale della polizia criminale, o consegnata agli uffici territoriali.
Bisogna comunque ricordare che la cancellazione vera e propria può essere eseguita soltanto in caso di errori o dopo il superamento dei termini di legge (20 anni per i procedimenti penali e tra i 5 e i 15 anni per i dati di prevenzione e amministrativi). L’aggiornamento con le nuove informazioni può essere richiesto sempre, anche se i dati del Ced non sono pregiudizievoli.
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