Azioni sui massimi storici oltre i 51 euro dopo il miglior bilancio della storia al termine del piano triennale. Centrati e superati tutti i target.
Banca Generali ha chiuso un anno record con una crescita a doppia cifra in tutte le principali voci: il dividendo è raddoppiato a 2,80 euro, l’utile netto consolidato è salito a 431,2 milioni (+32,2%) e la raccolta netta a gennaio ha raggiunto i 389 milioni (+20%).
Per l’ad Gian Maria Mossa è “il miglior bilancio della storia [della banca] al termine di un percorso triennale che ha saputo superare molteplici criticità, centrando e superando tutti i target prefissati”. Questi risultati segnano un nuovo massimo storico nel percorso di sviluppo della Banca e riflette il successo nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del piano 2022-2024 incentrati su crescita, profittabilità e remunerazione degli azionisti, permettendo di guardare “con grande fiducia ed entusiasmo alle sfide del futuro”.
A Piazza Affari, le azioni Banca Generali chiudono sui massimi assoluti a 51,10 euro, in progresso del 3,11%,
![Ad Banca Generali, Gian Maria Mossa](IMG/jpg/mAkr1qHsYvVPG5IEL7x7uX9mKazGsOqYjHAIOfee.jpg)
Record di utili, ricavi e masse gestite
L’utile netto consolidato è stato pari a 431,2 milioni di euro, in crescita del 32% rispetto all’anno precedente. La componente di utile netto ricorrente si è attestata a 339,3 milioni (+5,9% rispetto al 2023) con un +24% in termini di CAGR 2021-2024. Il tasso di crescita è risultato ampiamente superiore al target fissato dal piano triennale (2021-2024 CAGR a +10%-15%) dimostrando un netto rafforzamento della qualità degli utili della Banca anche a fronte di un contesto di mercato molto volatile.
La crescita degli utili ha beneficiato dello sviluppo delle masse gestite e amministrate per conto della clientela che hanno sfiorato i 104 miliardi di euro a fine periodo (+11,9% a/a) ed è stata accompagnata da un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale, già superiore ai requisiti regolamentari.
In termini di coefficienti patrimoniali, al 31 dicembre 2024, il Cet1 ratio è pari al 22% e il total capital ratio (Tcr) al 24,4%, dopo il rimborso, a dicembre, dell’obbligazione AT1 da 50 milioni emessa nel 2019.
In crescita anche il margine di intermediazione, +24,5% a 981,1 milioni, con un margine finanziario in crescita del 5,4% a 338,6 milioni, un aumento del 6,4% delle commissioni nette ricorrenti (476,1 mln) e delle commissioni variabili a (166,4 milioni). Il margine d’interesse è salito a 317,1 milioni (+4,2%).
Dividendo raddoppia a 2,80 euro
Il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea del 17 aprile di distribuire dividendi per 327,2 milioni, equivalenti a 2,80 per azione, con un pay-out del 76%.
Il pagamento avverrà in due tranche: a maggio verranno corrisposti 2,15 euro, mentre a febbraio 2026 sarà staccata una cedola da 0,65 euro.
Nell’arco dell’intero piano industriale, la banca ha distribuito un monte dividendi di quasi 1 miliardo di euro, con payout ratio del 70-80%.
Raggiunti i target del piano triennale
Nel 2024, Banca Generali ha raggiunto e superato tutti i target fissati nel piano industriale 2022-2024. Tra i principali risultati spiccano una raccolta complessiva di 18,2 miliardi di euro, perfettamente in linea con la forchetta comunicata al mercato di 18-22 miliardi. L’utile netto ricorrente ha registrato una crescita media ponderata del 24%, ben al di sopra del range prefissato del 10-15%. Inoltre, la banca ha raggiunto la distribuzione cumulata di dividendi pari a 8,5 euro per azione fino al 2025, centrando il limite massimo del target fissato tra 7,5 e 8,5 euro per azione.
Guidance 2025
Il 2025 sarà un anno decisivo per Banca Generali, con una strategia che punta da un lato all’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi operativi e dall’altro al consolidamento dell’acquisizione di Intermonte, dopo il successo dell’offerta pubblica lanciata lo scorso settembre.
Commentando l’operazione con Intermonte, l’ad Gian Maria Mossa ha evidenziato l’obiettivo di rafforzare la presenza nel mercato delle piccole e medie imprese, accompagnandole nel percorso verso la quotazione in borsa. L’integrazione tra investment banking e private banking permetterà di offrire soluzioni sempre più complete ai clienti imprenditori, aumentando la competitività della banca anche nell’attrazione di consulenti di alto profilo, interessati a un’offerta diversificata e integrata.
La banca si pone l’obiettivo di superare i 6 miliardi di euro di raccolta netta, spinta dal rafforzamento della rete di consulenti finanziari e dal contributo del nuovo polo bancario svizzero.
Anche gli asset under investment sono attesi in crescita, con un apporto stimato di oltre 3,5 miliardi di euro, grazie al lancio di nuovi prodotti.
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