Banche cinesi segrete in Italia, così i soldi guadagnati vengono nascosti al fisco e fuggono dal nostro Paese

Chiara Esposito

26/03/2023

Banche clandestine in Italia smistano soldi in Cina. Si parla di almeno 300 milioni non tracciati. L’intelligence italiana lancia l’allarme.

Banche cinesi segrete in Italia, così i soldi guadagnati vengono nascosti al fisco e fuggono dal nostro Paese

L’intelligence italiana lancia l’allarme sul sistema di «banche» clandestine cinesi sul nostro territorio che operano spostamenti non tracciati di somme di denaro all’estero. Le somme vengono occultate all’interno delle attività commerciali dove i depositi di denaro restano fino al momento del trasferimento contante in Cina.

In particolare si parla di almeno 300 milioni di euro provenienti da attività lecite e illecite che sfuggono ai radar di Banca d’Italia poiché non passano tramite intermediari abilitati (come i money transfer) ma arrivano direttamente in patria, spesso trasportati in valigia. Tramite questo meccanismo i soldi in breve sintesi riescono a sparire dall’economia e non vengono reinvestiti in Italia.

Questo segna una grande differenza con le attività dei lavoratori pakistani, bengalesi e filippini verso i loro rispettivi Paesi dove le rimesse sono tracciate e, anzi, aumentate negli ultimi 6 anni. Quelle dei cinesi al contrario sono crollate da 237 milioni nel 2016 a 15 milioni nel 2022. E nulla può collegare questa crisi alla pandemia o ad altri fattori, perché già nel 2018-2019 è stata registra una flessione repentina.

L’allarme parte dall’intelligence

Quel che sfugge al Fisco in parte è frutto d’illecito visto che con questo sistema i ricavi della criminalità - derivante prevalentemente del narcotraffico - vengono riciclati e spostati virtualmente, all’interno e all’esterno dei confini nazionali, da una “filiale” all’altra. Il fenomeno delle banche illegali è diffuso in particolare a Prato, Roma, Napoli e Milano.

Si è ha iniziato a parlare del fenomeno a seguito di una relazione dello scorso anno, un documento elaborato dal “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica” di concerto con molte attività di monitoraggio che la nostra intelligence nazionale opera.

In particolare nel report in merito alla criminalità cinese si dice che «l’azione continua a essere orientata in direzione del dinamismo affaristico-criminale di spregiudicati imprenditori sinici che, anche attraverso il ricorso ad articolati schemi di evasione fiscale e riciclaggio, cui spesso si accompagnano fattispecie di sistematica raccolta e trasferimento in madrepatria dei proventi di attività illegali, sono riusciti – sfruttando a proprio vantaggio opportunità offerte dal mercato e vulnerabilità sistemiche nazionali – a consolidare il loro posizionamento all’interno di taluni settori economici nazionali, anche attraverso una sistematica collocazione in ben definite aree territoriali».

Soldi anche nelle valige: scattano i controlli a Fiumicino

Questi spostamenti di denaro di cui abbiamo parlato spesso però viaggiano anche tramite voli di linea visto che la Guardia di finanza e la Dogana, all’aeroporto di Fiumicino, hanno intercettato casi di contante stipato in valigia del flusso passeggeri di un volo diretto a Hong Kong.

Alla richiesta di giustificazione dell’importo trasportato nei bagagli, i passeggeri interrogati dalle autorità hanno risposto: «Non sappiamo da dove viene». L’episodio di giovedì mattina tuttavia è soltanto uno dei vari casi che potrebbero verificarsi sulla stessa tratta, visto che dallo scalo aeroportuale ogni settimana partono 15 voli diretti verso la Cina.

Avendo individuato questa come una tratta a rischio, molti sono i controlli ma è bene specificare come i sequestri possano scattare solo al di sopra di una certa soglia. Non è infatti vietato trasportare in valigia somme fino a 10.000€.

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