Le banche europee sono ancora lontane dal raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti per la neutralità climatica entro il 2050. Il report di ShareAction.
L’osservatorio sugli investimenti sostenibili ShareAction ha pubblicato un report che afferma come le maggiori 25 banche europee non abbiano ancora presentato dei piani concreti in grado di combattere in maniera efficace la crisi climatica e raggiungere gli obiettivi green previsti.
Secondo il documento la maggioranza degli istituti di credito del vecchio continente non ha ancora intrapreso delle azioni valide per la salvaguardia delle biodiversità e della diminuzione di produzione di anidride carbonica.
Risultati questi che devono essere raggiunti limitando la propria esposizione in settori inquinanti, come quelli del gas e del petrolio, e, al tempo stesso, collegando direttamente le retribuzioni dei propri dirigenti al raggiungimento degli obiettivi ESG.
Come affermato da ShareAction, per centrare gli impegni che prevedono il raggiungimento della neutralità climatica dell’Europa entro il 2050, così come è stato stabilito dalla Commissione e dalla BCE, le 25 banche analizzate devono intraprendere al più presto cambiamenti significativi nel loro modus operandi.
Le banche europee stanno fallendo gli obiettivi green
Al momento, come evidenziato dalla ONG con sede a Londra, solamente Lloyds Banking, NatWest e Nordea Bank si sono impegnate a dimezzare i finanziamenti per le attività che producono emissioni inquinanti entro il 2030.
In particolare NatWest ha recentemente dichiarato che smetterà di concedere prestiti o altri tipi di dotazioni a produttori di petrolio e gas, a meno che queste compagnie non presentino piani di transizione ecologica dettagliati e credibili per una riduzione sostanziale nella produzione di CO2 già entro la fine del 2021.
La stessa NatWest, insieme a Crédit Agricole e ING, ha stabilito un rapporto diretto tra le retribuzioni degli amministratori delegati e gli specifici impegni nella lotta al cambiamento climatico.
Nella maggior parte dei casi, invece, vengono premiati i dirigenti che riescono a ridurre l’impatto ambientale delle sedi e delle filiali della società di riferimento. Un’opera certamente necessaria ma non sufficiente per contrastare il riscaldamento globale del pianeta.
Il ruolo cruciale delle banche per l’obiettivo emissioni zero
Quello delle banche è un ruolo cruciale per riuscire a raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050, il quale verrà ribadito nella Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite organizzata a Glasgow il prossimo 1° novembre, ed evitare così una probabile catastrofe climatica.
Per tale ragione ShareAction ha invitato anche i singoli investitori e i grandi gruppi di gestione patrimoniale che aderiscono al Net Zero Asset Managers Initiative a far sentire la propria voce.
Tra gli strumenti che essi hanno a disposizione, il più importante è quello riguardante la possibilità di destituire i vertici che non hanno ancora presentato dei progetti concreti nell’ambito della sostenibilità ambientale, in occasione delle assemblee degli azionisti o nei consigli di amministrazione.
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