Il 97% delle più grandi banche mondiali rischio il furto di dati sensibili da parte degli hacker. Ma non è tutto. Tra le app di servizi finanziari esaminate 85 non hanno superato il test di conformità al GDPR
Il 97% delle più grandi banche mondiali rischia il furto di dati sensibili da parte degli hacker. È questo l’allarme più importante lanciato da una ricerca realizzata da Immuniweb.
Questo però non è l’unico fattore negativo che emerge dalla ricerca. Infatti, secondo quanto comunicato da Federprivacy, anche i servizi fintech promossi dalle banche hanno nettamente deluso.
Tant’è che tra le app di servizi finanziari esaminate 85 non hanno superato il test di conformità al GDPR, 25 non sono protette da un web application firewall (WAF), e 7 contengono vulnerabilità note e sfruttabili da malintenzionati.
E non è tutto. Infatti, secondo quanto analizzato dalla ricerca il 20% delle app di mobile banking realizzate dagli istituti di credito bancari contiene almeno una vulnerabilità di sicurezza ad alto rischio.
Un problema importante per due motivi fondamentali: lo shopping online è ormai una consuetudine per gli utenti e le app di mobile banking sono sempre più sviluppate e utilizzate.
Banche: previsti 7 miliardi per la sicurezza informatica
Stando alle recenti indagini di settore, per combattere questi due fattori negativi evidenziati dalla ricerca e quindi proteggere in modo più sicuro i propri dati sensibili le banche avrebbero previsto oltre 7 miliardi di dollari entro il 2023.
Un obiettivo importante e abbastanza impellente che potrebbe permettere di risolvere in modo sostanzioso i problemi evidenti di sicurezza informatica che sono stati rilevati dalla ricerca effettuata da Immuniweb.
A proposito di ciò è stato abbastanza chiaro il Presidente di Federprivacy Nicola Bernardi:
"Gli utenti hanno bisogno di capire di quali siti web possono veramente fidarsi, specialmente se devono fornire i loro dati per effettuare pagamenti online”.
Cos’è il marchio “Privacy Ok”
Proprio per questo, nell’ultimo periodo sono aumentate le richieste dal mondo finanziario per ottenere il cosiddetto marchio “Privacy Ok” che è uno strumento che aiuta gli utenti a valutare rapidamente il livello di affidabilità del sito in cui stanno navigando.
Infatti, come sottolinea il Presidente di FederPrivacy, il marchio ’’Privacy Ok’’ viene rilasciato ad aziende ed enti che aderiscono a uno specifico codice di condotta, assumendo l’impegno vincolante di rispettarne tutte le regole.
Infine, Federprivacy ha comunicato di aver affidato il processo di valutazione a Tuv Italia. Esso in qualità di organismo di certificazione indipendente assicurerà l’imparzialità del processo e determinerà se un sito è effettivamente conforme per la concessione del marchio.
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