Banche italiane: il rapporto che ha lanciato un vero e proprio alert sul comparto
Le banche italiane al centro di una nuova (l’ennesima) indagine.
Questa volta ad occuparsi del comparto è stata la società di consulenza internazionale Oliver Wyman, che prima del weekend ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme.
Nel rapporto anticipato da Il Sole 24 Ore, lo scenario dipinto non è apparso particolarmente positivo, anzi. L’alert sulle banche italiane è risultato evidente e ha riguardato alcuni aspetti specifici del settore. Allo stesso tempo però non sono mancati i consigli su come gestire la situazione.
Banche italiane: l’allarme di Oliver Wyman
Scarsa redditività, ampio gap con gli altri istituti del Vecchio Continente, costi troppo elevati: questi sono soltanto alcuni degli elementi emersi dall’indagine che renderanno necessaria una grande discontinuità industriale rispetto al passato.
In uno scenario definito benevolo, dunque senza crisi finanziarie, senza recessioni o rallentamenti economici evidenti, le banche italiane dovranno comunque fronteggiare un crollo del margine di intermediazione nei prossimi cinque anni. La misura scenderà in media del 10% ma non mancheranno picchi del 15% su quegli istituti più esposti ai BTP e al credito.
Sicuramente, ha continuato il report, non gioveranno i tassi di interesse della BCE a zero, gli stessi che hanno già determinato una discesa della redditività degli impieghi.
Quali soluzioni adottare?
Aumentare le commissioni non sarà la risposta più efficace. Tenuto conto di poche eccezioni, hanno spiegato gli esperti, in linea di massima i ricavi commissionali non saranno sufficienti a bilanciare la discesa dei ricavi in termini di margine d’interesse.
Le banche italiane dovranno affrontare questa situazione mettendo in atto una vera e propria rivoluzione da realizzarsi nell’arco di due piani industriali. Servirà coraggio e lungimiranza, mentre i manager dovranno cercare di realizzare obiettivi di lungo periodo e non “convenienze immediate”.
E proprio nello spiegare come reagire al calo dei margini, il rapporto è diventato sempre più allarmante. Per gli esperti gli istituti dovranno tagliare in maniera decisa i costi di almeno 5 miliardi di euro. Per dirla in termini più concreti, le banche italiane dovranno liberarsi di almeno 7.000 filiali e 70.000 risorse. Il tutto nell’arco dei prossimi 5 anni.
Se l’obiettivo sarà più coraggioso, e mirerà ad allineare i livelli medi di redditività al costo del capitale, allora i tagli saliranno a 10 miliardi di euro. Se invece le condizioni economiche si deterioreranno e si passerà a uno scenario più negativo, le cose peggioreranno ancora.
“La trasformazione richiederà il pieno supporto di tutti gli stakeholder, in primis Governo e dipendenti. Le banche dovranno ingaggiare entrambe le parti su un dialogo orientato al futuro.”
ha dichiarato Claudio Torcellan, partner di Oliver Wyman, calcando anche sull’importanza delle aggregazioni tra istituti di piccole e medie dimensioni.
Volendo sintetizzare, il rapporto non ha lasciato spazio a dubbi o interpretazioni. Le banche italiane dovranno mettere in atto una vera e propria rivoluzione per rimanere al passo.
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