Pacchia profitti al capolinea, ma non tutte le banche soffriranno allo stesso modo.
Fino a che punto le banche italiane, e più in generale le banche dell’Eurozona pagheranno i tagli dei tassi in arrivo dalla BCE di Christine Lagarde? Quale sarà l’impatto delle ulteriori sforbiciate del costo del denaro dell’Eurozona sulla redditività degli istituti di credito, che in questi ultimi due anni hanno visto lievitare i loro utili, grazie alle strette monetarie?
In un momento in cui in Italia il dibattito politico, in vista della presentazione della manovra 2025 del governo Meloni, torna a infiammarsi sui profitti - o cosiddetti extraprofitti - delle banche, economisti e strategist fanno notare che le condizioni di salute del settore non sono poi così invidiabili.
Per prima cosa, quel vento favorevole per il comparto, che ha permesso ai gruppi bancari di sbandierare in questi ultimi due anni numeri da urlo, con il sostegno che i rialzi dei tassi della BCE hanno dato alla loro redditività, non soffia più da un bel po’: almeno da settembre del 2023, quando Lagarde ha decretato lo stop alle strette monetarie che aveva annunciato ripetutamente a partire dal luglio 2022. [...]
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