Si muove anche un altro gigante di Wall Street. A Piazza Affari le azioni di Banco BPM e UniCredit vengono tenute d’occhio, così come quelle di MPS.
Banco BPM pronta a tutto pur di difendersi dall’OPS lanciata da UniCredit alla fine di novembre 2024.
Dopo essersi appellata direttamente alla Consob, chiedendo alla Commissione di dichiarare l’improcedibilità dell’offerta pubblica di scambio annunciata sulla totalità delle sue azioni da Piazza Gae Aulenti, la banca gestita dal CEO Giuseppe Castagna avrebbe presentato un esposto all’Antitrust, aggiungendo un altro tassello alla strategia impostata per impedire la cosiddetta “killer acquisition”, così come viene definita. È quanto ha riportato Il Messaggero in un articolo pubblicato oggi, mentre Piazza Affari continua a interrogarsi su che fine farà il dossier che ha creato scompiglio nel settore bancario italiano, tutto concentrato, piuttosto, prima dell’offerta di Orcel, sul dossier MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena e sulla possibilità che a inglobare la banca fosse proprio Banco BPM, per concretizzare l’obiettivo del governo Meloni di dare vita a un terzo polo bancario in Italia.
Da Goldman Sachs a JP Morgan: le manovre dei colossi di Wall Street su UniCredit e Banco BPM
Nel frattempo continuano le manovre dei colossi di Wall Street nei capitali di UniCredit e di Banco BPM: se Goldman Sachs ha quasi azzerato la quota detenuta in Piazza Gae Aulenti, portandola da oltre il 7% dei mesi precedenti fino al 5% e poi allo 0,8%, JP Morgan si è mossa su Banco BPM attraverso JP Morgan Securities PLC, riflettendo probabilmente le mire dei francesi di Crédit Agricole, azionisti di maggioranza di Piazza Meda, che si sono fatti prontamente avanti con un blitz sul Banco dopo l’OPS presentata da Orcel, aumentando la loro partecipazione nell’istituto che controllano.
Dalle comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti nelle società quotate a Piazza Affari è emerso di fatto che JP Morgan, nota per aver sostenuto sempre la Banque Verte nell’accumulare le sue posizioni in BPM, è tornata a possedere una quota nel capitale di Piazza Meda pari al 3,057%.
La manovra di JP Morgan potrebbe riflettere proprio l’intenzione dei francesi di Crèdit Agricole di rafforzare ulteriormente la loro presenza nel Banco, dopo quella scalata degli inizi di dicembre (con il placet del governo Meloni?) che li ha visti salire dal 9% detenuto al 15,1%, chiedendo contestualmente alla BCE di potere rastrellare fino al 19,9% del gruppo.
Per il quotidiano La Repubblica, è di fatto molto probabile che JP Morgan abbia acquistato sul mercato titoli derivati per un totale del 3%, che al momento opportuno potrebbero andare ad aggiungersi al 15,1% già in mano all’Agricole.
Oggi a Piazza Affari, a fronte di un Ftse Mib praticamente ingessato, le azioni UniCredit si confermano tra le migliori del listino; Banco BPM segna un lieve rialzo, blindata anche dalla notizia secondo la quale un altro gigante di Wall Street, Bank of America, avrebbe accumulato una partecipazione potenziale nella banca guidata da Castagna pari al pari al 6,852%, secondo quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB, in data 19 dicembre 2024.
MPS-Monte dei Paschi di Siena, che alla fine del 2024 e dopo le manovre del banchiere Orcel è rimasta protagonista del turbine delle indiscrezioni di mercato, che l’hanno considerata anche alla stregua di una possibile carta che Castagna potrebbe decidere di giocare contro UniCredit, segna invece oggi un lieve ribasso.
Banco BPM e l’annuncio del nuovo patto di consultazione. Ma la banca è tutto fuorché italiana
Nel frattempo ieri i soci italiani di Banco BPM hanno ribadito ieri il DNA made in Italy della banca. In realtà il DNA di BAMI risulta piuttosto franco-americano, se si guarda alla composizione dell’azionariato dell’istituto e alla maggioranza in mano a Crédit Agricole e a BlackRock.
Ieri la banca ha in ogni caso rafforzato la presenza italiana annunciando che il patto di consultazione tra i soci è salito lievemente dal 6,50% al 6,51%.
Segnalate tra le altre cose le seguenti quote detenute dai partecipanti al patto, alla data del 31 dicembre 2024:
Inarcassa – Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti
è titolare di 15.631.374 azioni ordinarie Banco BPM, pari all’1,03% del capitale sociale di Banco BPM, successivamente agli incrementi intervenuti nel corso del 2022 e 2024 rispettivamente di 6.554.000 azioni ordinarie (+0,4365%) e 835.000 azioni ordinarie (+0,053%).
Fondazione ENPAM è titolare di 30.288.919 azioni ordinarie Banco BPM, pari all’1,999% del capitale sociale della Banca, in ragione di un incremento intervenuto nel corso del 2023 di 811.000 azioni ordinarie (+0,04%).
Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi è titolare di 1.019.698 azioni ordinarie Banco BPM, pari allo 0,067% del capitale, in ragione di un decremento intervenuto nel corso del 2024 di 509.849 azioni ordinarie (-0,034%).
Banco BPM ha rimarcato che alla data del 31 dicembre 2024 partecipano al Patto i sette seguenti azionisti:
- Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
- Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
- Fondazione ENPAM.
- Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
- Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori.
- Inarcassa - Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti.
- Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense.
I sette partecipanti al patto detengono complessivamente 98.950.584 azioni ordinarie Banco BPM, pari al 6,51% del capitale sociale dell’istituto di credito guidato dal CEO Giuseppe Castagna.
Si tratta di partecipanti tutti italiani che potrebbero servire a blindare l’italianità del gruppo, o almeno quella che è rimasta.
Occhio infatti all’azionariato di Banco BPM - che non sembra allarmare il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che ha invece bollato UniCredit “banca straniera” - pubblicata sul sito del gruppo bancario.
La struttura dell’azionariato è aggiornata al 23 dicembre 2024.
Così Salvini alla metà di dicembre sul dossier UniCredit-Banco BPM: “Banco BPM è una grande banca. Io penso che unendosi a MPS (su cui la BCE di recente ha fatto cadere anche i paletti ai dividendi. possano dar vita al famoso terzo polo bancario riservato alle piccole e medie imprese. Ci sono i colossi Intesa e UniCredit, che hanno altri obiettivi e altri clienti. Avere una banca che si dedica agli artigiani, agli imprenditori, ai commercianti, che abbia sportelli, che abbia cuore non solo algoritmi...secondo me BPM e MPS possono essere protagonisti di questo ”.
Probabilmente in difficoltà dopo aver definito UniCredit banca straniera, senza dare lo stesso appellativo a Piazza Meda, Salvini ha poi risposto alla domanda dei giornalisti sottolineando che “a me interessa che ci siano tanti sportelli, che le banche si avvicinino al cittadino. Al di là delle proprietà, poi il mercato farà la sua strada”.
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