È quanto sottolineato nel rapporto pubblicato sulla stabilità finanziaria. Ecco a quali fattori fare attenzione.
Ci sono due fattori che continuano a rappresentare un elevato rischio per la stabilità finanziaria dell’Italia. È quanto scritto nel report sulla Stabilità Finanziaria 2023 pubblicato dalla Banca d’Italia. Anche se le condizioni della finanza pubblica sono migliorate rispetto al 2022 con la diminuzione in rapporto al Pil, sia dell’indebitamento netto sia del debito, le famiglie italiane risultano invece più vulnerabili, anche se meno indebitate della media dell’area euro.
A pesare sulla stabilità finanziaria c’è l’inflazione e il rallentamento dell’economia globale ed europea. In pratica per le famiglie la liquidità resta elevata anche grazie alle misure messe in atto dal Governo, ma in termini reali il reddito disponibile è diminuito a causa dell’inflazione.
Per le imprese peggiora la qualità del credito
Per quanto riguarda la situazione finanziaria delle imprese italiane, il rapporto di Bankitalia ha sottolineato come la qualità del credito si mantiene su livelli storicamente alti ma sta dando già i primi segnali di deterioramento, in particolare nei settori della manifattura e delle costruzioni.
La maggior vulnerabilità delle imprese è dovuta al peggioramento delle previsioni macroeconomiche e all’aumento dei tassi di interesse. L’alta inflazione e il rapido rialzo della curva dei tassi di interesse privi di rischio si sono riflessi sull’indice di solvibilità medio delle compagnie italiane, che fra giugno e dicembre del 2022 è passato dal 257 al 249 per cento, rimanendo comunque su livelli elevati, prossimi alla media europea.
Le banche si trovano in condizioni buone
La situazione delle banche italiane è definita invece "complessivamente buona. La qualità degli attivi non mostra segnali di peggioramento e la redditività è migliorata, favorita dall’aumento del margine di interesse. Pur in presenza di una flessione dei depositi della clientela, il profilo di liquidità si mantiene equilibrato" - si legge nel rapporto della Banca d’Italia.
Le principali fonti di vulnerabilità per il sistema bancario italiano sono date soprattutto dall’instabilità geopolitica aggravate dal perdurare del conflitto in Ucraina che ha portato a deboli prospettive macroeconomiche. Per quanto riguarda invece l’impatto sui mercati bancari internazionali dopo i fallimenti della Silicon Valley Bank e la crisi di Credit Suisse, le tensioni appaiono limitate. "Rimangono tuttavia oggetto di attenzione le possibili conseguenze connesse con il grado di dipendenza dalle fonti di raccolta meno stabili e con la rilevanza delle perdite potenziali sul portafoglio titoli" - si legge.
A livello globale invece la crescita rallenta ma meno del previsto e ci sono segnali di miglioramento. "Nel primo trimestre dell’anno è proseguita la fase di debolezza dell’economia mondiale, ma emergono segnali di miglioramento. Le stime di crescita per il 2023 continuano a prefigurare un deciso rallentamento, ma meno marcato rispetto alle previsioni dello scorso autunno". La stabilità mondiale risente ancora dell’inflazione elevata, il rialzo dei tassi di interesse e delle tensioni geopolitiche dovute al conflitto in Ucraina.
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